Il regista iraniano Jafar Panahi scarcerato dopo 6 mesi di prigione
Il regista iraniano Jafar Panahi è libero. Detenuto da quasi sette mesi nel carcere di Evin, a Teheran, è stato rilasciato nelle scorse ore su cauzione. Ad annunciarlo è l’ONG Center for Human Rights in Iran (CHRI, con sede a New York). Panahi, 62 anni, è stato fotografato dal giornale iraniano Shargh mentre abbraccia i suoi sostenitori presenti al momento della sua uscita dal carcere. Il regista , nonostante lo sciopero della fame, è in buone condizioni di salute.
L'arresto di Panahi risaliva allo scorso 20 luglio scorso, dopo che con altri colleghi cineasti è andato proprio davanti alla prigione di Teheran per protestare contro l’incarcerazione dei registi Mohammad Rassulof e Mostafa Al-Ahmad. Panahi era stato quindi arrestato per una condanna risalente al 2010 dovuta alle accuse di "propaganda contro il regime". Tuttavia le leggio iraniane prevedono la prescrizione dopo dieci anni per questo genere di reati, dunque l'arresto di Panahi è stato ritenuto dal regista come qualcosa che "ha più l’aspetto di una presa in ostaggio che dell’esecuzione di una sentenza".
Lo sciopero della fame del regista
Nei giorni scorsi la moglie del regista, Tahereh Saeedi e il figlio, Panah Panahi, avevano condiviso le parole con cui il regista annunciava l'inizio dello sciopero della fame: "Dichiaro che per protestare contro il comportamento illegale e disumano dell’apparato giudiziario del regime e della la loro presa di ostaggi, ho iniziato uno sciopero della fame dalla mattina del 12 di Bahman (1 febbraio): rifiuterò di mangiare e bere cibo e prendere medicine fino al momento del mio rilascio. Rimarrò in questo stato fino a quando, forse, il mio corpo senza vita sarà finalmente liberato dalla prigione".
L'arresto del regista Mohammad Rasoulof
A generare le proteste di Panahi era stato appunto l'arresto del regista iraniano Mohammad Rasoulof, vincitore due anni fa dell'Orso d'oro al Festival di Berlino con il film "Il male non esiste", premio che era stato impossibilitato a ritirare. In quell'occasione era stato arrestato anche il collega film-maker Mostafa Al-Ahmadm. Entrambi erano stati imprigionati per la medesima accusa di propaganda contro il regime.