Il New York Times inserisce due film italiani nella classifica dei titoli migliori del 2024
L'annata 2023-2024 è stata una delle più prolifiche dal punto di vista cinematografico per l'Italia, tanti i film che sono diventati noti, che sono riusciti ad imprimersi sul pubblico e che hanno anche generato dibattito. Nello stilare la classifica dei titoli più belli visti finora, il New York Times ha incluso anche due pellicole italiane, che spiccano tra kolossal, racconti distopici e saghe americane.
Io Capitano e La Chimera tra i migliori film del New York Times
Sono ben nove i titoli che rientrano nell'elenco dei film migliori del 2024 per i critici del New York Times. Tra le produzioni americane che, ovviamente, campeggiano nella lista, come ad esempio Hit Man, Civil War e anche Il regno del pianeta delle scimmie, emergono anche due titoli italiani che, d'altro canto, hanno ricevuto riconoscimenti giù fuori dall'Italia. Quindi, oltre ai titoli sopra elencati che, d'altronde, rientrano perfettamente nella gramatica cinematografica americana, ci sono Io Capitano di Matteo Garrone e La Chimera di Alice Rohrwacher. In merito al film in cui si racconta l'epopea di due sedicenni senegalesi, due cugini che sognano di diventare musicisti in Europa, la giornalista Manohla Dargis ha scritto:
Garrone non risparmia molto, ma se il film non si trasforma mai in un esercizio di sadismo d'essai è perché la sua attenzione rimane fermamente fissata sui suoi personaggi che, fin dall'inizio, sono persone a tutto tondo, non oggetti di scena, simboli o oggetti. La sua grande forza qui è la tenerezza del suo tocco.
In merito al film di Alice Rohrwacher, invece, particolarmente apprezzato fuori dall'Italia e ai David di Donatello è stato candidato a 12 nomination, sulla testata americana, si legge:
La Chimera ti si avvicina di soppiatto Rohrwacher è una virtuosa discreta con uno stile visivo accattivante e palesemente poco appariscente. Le piace affollare l'inquadratura, ma lo fa in modo coerente, e anche se utilizza formati cinematografici differenti per indicare momenti e spazi distinti, non ne fa un dramma. Sceglie di rivelare la bellezza piuttosto che prendere a pugni lo spettatore con essa.