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Il Ministero della cultura convoca le piattaforme streaming per tutelare gli artisti dall’intelligenza artificiale

Lucia Borgonzoni, sottosegretario al Ministero della Cultura, ha convocato per il prossimo 4 marzo le principali piattaforme streaming per intavolare un discorso sull’intelligenza artificiale e le tutele previste per gli artisti, le cui rimostranze sono state più che frequenti nei mesi scorsi.
A cura di Ilaria Costabile
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Il tema dell'intelligenza artificiale sta diventando centrale anche in ambito culturale, soprattutto nelle produzioni audiovisive, dove la questione è stata affrontata con una certa preoccupazione anche da parte degli artisti che in più occasioni hanno manifestato un certo disappunto nella richiesta da parte delle case di produzione di utilizzare immagini e voce per poi replicarle. Il sottosegretario al Ministero della Cultura, Lucia Borgonzoni, ha convocato per il 4 marzo le piattaforme streaming dopo le rimostranze delle associazioni degli attori.

L'incontro al Mic con le piattaforme per tutelare gli artisti

Stando a quanto riportato dal Sole 24 ore, Lucia Borgonzoni ha intenzione di affrontare il tema delle mancate tutele per artisti, sceneggiatori nell'utilizzo dell'intelligenza artificiale nei prodotti dell'audiovisivo. Il 4 marzo, piattaforme come Netflix, Disney +, Prime Video, Paramount, Warner Bros Discovery sono state convocate a seguito dell'allarme lanciato da alcune associazioni di settore. Sul tema, già a metà dicembre, associazioni come Unita, Lara e Asa avevano fatto sentire la loro voce in una lettera al Mic sottolineando la preoccupazione "riguardo alla crescente richiesta da parte dei produttori di ottenere la cessione indiscriminata dei diritti agli attori per l’utilizzo di intelligenza artificiale nelle produzioni audiovisive". L'intento del ministero della cultura sarebbe quello di strutturare un ragionamento ampio, che coinvolga anche realtà non direttamente interessate, ma che potrebbero in futuro.

L'utilizzo delle repliche digitali di voce e immagini per gli attori

A supporto delle rimostranze di sceneggiatori e attori, riportate nella su citata lettera, veniva riportato anche uno stralcio di contratti delle case di produzione in cui si legge:

La Società può utilizzare tecnologie digitali ai fini della creazione e dell’utilizzo di una o più repliche digitali della voce e/o immagine dell’Interprete». Poi: «Le Repliche Digitali potranno essere utilizzate in qualsiasi scena del Programma, a prescindere dal fatto che tali scene siano state precedentemente interpretate dall’Interprete e/o siano incluse nel copione. 

A questo è legato, poi, il problema del compenso per le repliche eventualmente utilizzate. Qualora un attore dovesse essere sostituito da un prodotto dell'intelligenza artificiale durante giornate lavorative in cui il compenso non è previsto, dovrebbe poter ricevere lo stessa retribuzione che avrebbe percepito. Questo sistema, però, non vale quando la replica viene utilizzata in scene che l'attore ha già girato, oppure quando nel contratto è prevista già una possibilità di questo tipo. Molte sarebbero le questioni ancora da chiarire che, infatti, appaiono piuttosto fumose, non solo per gli attori, ma anche per gli sceneggiatori, sebbene il diritto d'autore preveda delle tutele inattaccabili.

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