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Greta Gerwig sorpresa dal successo di Barbie: “Se ci sarà un sequel? Sento che non ho più idee”

La regista Greta Gerwig è senza parole: non immaginava che Barbie ottenesse il successo raggiunto in così poco tempo. Alla domanda su un ipotetico futuro sequel ha spiegato di non essere pronta ora: “Alla fine di ogni film sento di non avere più idee, non vorrei rovinare sogni ma ora sono a zero”.
A cura di Gaia Martino
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Barbie ha letteralmente tinto di rosa il cinema italiano e mondiale con incassi record registrati già dal primo giorno di programmazione. Scritto e diretto da Greta Gerwig, è il miglior debutto per un film diretto da una regista. In un'intervista per il New York Times, la Gerwig ha però confessato di non avere ancora in mente un sequel: "Alla fine di ogni film mi sento come se non avessi più idee, come se tutto ciò che volevo fare l'ho fatto. Non vorrei rovinare il sogno degli altri, in questo momento, sono totalmente a zero".

Le parole di Greta Gerwig

Il successo di Barbie è stato inaspettato per Greta Gerwig che, dopo i dati ottenuti dai cinema, è rimasta "senza parole": "È stato incredibile andare in giro e vedere persone vestite di rosa. Non avrei mai immaginato una cosa del genere". A New York Times si è detta felice di aver permesso alle persone di condividere un qualcosa, seppur piccola, insieme. Dopo aver visto il film, molti spettatori si sono espressi sui social media elogiando il film che affronta anche temi seri come il sessismo, l'emancipazione femminile e l'autodeterminazione. Non tutti però hanno guardato Barbie con gli stessi occhi: in molti hanno criticato il film giudicandolo "woke": "Vorrei che il mio film fosse un invito per tutti a far parte della festa, a lasciar andare le cose che non sono necessariamente utili. Spero che in tutta questa foga, il film possa dare lo stesso "benessere" che ha dato ad altri".

I disaccordi con la Mattel su una scena del film

Durante la realizzazione del film, la regista ha dovuto affrontare alcuni disaccordi con la Mattel. Secondo quanto raccontato in precedenza, Richard Dickson, COO e presidente della Mattel, durante le riprese si recò sul set per discutere riguardo una scena che non riteneva idonea al marchio. Nella scena in questione un'adolescente umana definisce le bambole Barbie sessiste e fasciste: "La consapevolezza che doveva assumere Barbie era il capire come veniva considerata nel mondo reale" ha spiegato la Gerwig che, nonostante la mancanza di approvazione totale dalla Mattel, ha portato avanti il suo progetto. "Avevo fiducia nel fatto che, dopo averlo visto, avrebbero accolto quella sequenza senza opporsi".

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