Davanti al Red Carpet a Venezia, la protesta degli studenti del Centro Sperimentale: “Emergenze in mostra”
a cura di Ilaria Proietti
Di film incentrati su rivolte e proteste ce ne sono a bizzeffe, eppure, non vi azzardate ad accennare proteste al Festival del Cinema di Venezia. Quindi, visto che non possono manifestare per motivi di ordine pubblico e insistenti controlli, gli alunni del Centro Sperimentale di Cinema tornano a opporsi al Decreto Giubileo con un flash mob di fronte al Red Carpet.
Le proteste: "La politica non ci ascolta"
“Come sta il cinema? E la cultura? Noi siamo un po’ arrabbiati e perplessi. Perché nonostante i tanti sforzi sembra che la nostra voce si stia affievolendo, la politica non ci ascolta", ha dichiarato Francesco Luciani, studente e portavoce della protesta al Lido. A conferma di questa preoccupazione infatti, pochi giorni prima dell’inizio del Festival, il Ministro Sangiuliano riguardo alle proteste dei ragazzi rispose: “Ora c’è Venezia, ce ne occuperemo più avanti.”
Ma loro non aspettano: i ragazzi del Csc, chi da Napoli, da Roma, dalla Sicilia e tutta Italia, si riuniscono a Venezia in tre giornate di dialoghi collettivi e flash mob per attirare l’attenzione sulla situazione della scuola. “Anche se l’emendamento è già passato, non ci fermiamo, le leggi da sempre come si fanno si disfano”, continua F. Luciani. “La prima cosa che chiediamo è avere risposte sul nuovo presidente, perché a pochi giorni dall’inizio della scuola, ancora non si ha un nome”, dichiara poi Sarah Narducci, studentessa.
Tutti in fila con il foglio "Emergenze in mostra"
Insomma, dopo le lunghe proteste di luglio, i ragazzi ci riprovano. Lo fanno il primo Settembre, davanti al Red Carpet sotto il sole del primo pomeriggio, tutti in fila con dei fogli con su scritto “Emergenze in mostra”. Qualcuno si ferma e chiede, qualcun altro li guarda male, e in breve tempo arriva la polizia che chiede i documenti a tutti e li fa sgomberare. Molti passano la notte in spiaggia, chi al parco, i più fortunati riescono a farsi ospitare sul divano di qualcuno, perché come ben sapete gli affitti di Venezia in questi giorni sono da pazzi. Il 2 Settembre, la mattina, si riuniscono per decidere come continuare. Non c’è molta scelta, striscioni non si possono portare in alcun modo, e l’unica via per farsi notare dalle telecamere è riprovare con un altro flash mob. Stavolta polizia e controlli vari hanno capito che è una protesta pacifica. Così al secondo tentativo riescono a rimanere davanti al Red Carpet un po’ più a lungo.
Cosa chiedono i ragazzi del Centro Sperimentale
Ma, oltre al nuovo presidente, cosa altro chiedono i ragazzi? Facciamo un piccolo passo indietro. Nei giorni più caldi di luglio, al termine delle elezioni, il Decreto Giubileo a firma Meloni-Mantovano ha stravolto il Centro Sperimentale del Cinema. Un decreto che interviene su pubblica amministrazione, agricoltura, sport, forze armate e molto altro, tra cui appunto, la cultura. E già qui la prima domanda sorge spontanea: cosa c’entra tutto questo con il Giubileo e Papa Francesco? Niente, eppure, il Csc viene colpito. In primis viene soppresso il direttore generale due anni prima della fine del suo mandato. Poi si aggiunge il cambio dei compiti, della strutturazione e della nomina del comitato scientifico. Che da adesso in poi, non sarà più diretta emanazione del presidente, ma diventa invece di nomina politica. Mica finisce qui. I nuovi componenti del comitato scientifico da quattro diventano sei. Nominati da chi? Tre dal Ministero della Cultura, due dal Ministero della Pubblica Istruzione e del merito, e uno dal Ministero dell’economia e delle Finanze.
Insomma, per un’istituzione che dovrebbe vantare la totale indipendenza dalla politica, è un cambiamento angosciante. Partendo da un presidente praticamente cacciato via, fino ad un nuovo comitato scientifico nominato e pagato dalla politica, quindi facilmente ricattabile sia a livello politico che economico. “Siamo qui alla Mostra del Cinema di Venezia non solo per farci promotori di un dialogo collettivo sullo stato di salute della nostra scuola e del cinema, ma della nostra generazione in generale, stanca di una politica così avida”, conclude Sarah Narducci, studentessa. Insomma, la politica che cerca di portare ai suoi piedi qualsiasi istituzione è una scena che si ripete all’infinito, un po’ come i piani sequenza nei film di Alejandro Iñarritu.
Per fortuna ogni tanto, qualcuno si ribella pure. E oggi parte la terza ed ultima giornata di protesta ai piedi del Red Carpet. Per ultima, si intende qui a Venezia.