Cosa vuol dire la legge anti-gay approvata in Florida e perché i dipendenti Disney protestano
Una nuova fase delle proteste per l'assurda legge chiamata "Don't Say Gay" approvata in Florida. Una legge considerata assurda dall'opinione pubblica che di fatto vieta nelle scuole statali della Florida ogni aperta discussione sull'identità di genere e sull'orientamento sessuale. I dipendenti LGBTQ+ della Disney, che è l'azienda principale con base in Florida, hanno fatto un'intera giornata di sciopero – in presenza e virtuale – per richiamare l'attenzione sulla risposta dell'azienda di Topolino in merito alla legge.
Il punto è chiaro: la Disney da anni sostiene con finanziamenti gli stessi politici conservatori che hanno progettato e fatto approvare la legge. Per questo motivo, un gruppo di 75 dipendenti – anche alcuni che ricoprono cariche e ruoli di grande rilievo e responsabilità – si è riunito nella mattinata di martedì all'esterno degli Studios tenendo cartelli e protestando: "La Disney dice gay! Siamo queer! Siamo qui!". Il senso della protesta è stato raggiunto, perché la Disney ha appoggiato la visione dei manifestanti attraverso comunicati congiunti delle società controllate (ABC, ESPN, Disney+, Marvel Studios e Hulu).
La preoccupazione, però, è ancora molto alta. "Non è un posto sicuro per la comunità LGBTQ+" ha dichiarato Rachel Anderson, una dipendente del Disney Music Group che ha un figlio transgender. Le preoccupazioni sono forti anche perché nell'ultimo mese la Disney ha ufficialmente trasferito molti dipendenti dalla California alla Florida. E altri dipendenti, ieri in sciopero e ascoltati da Variety, si dicono preoccupati per i propri figli: "Sono davvero fortemente contraria a costringere le persone a trasferirsi in uno stato che è molto restrittivo in termini di ideologia politica.
"Sono disposti a prendere posizioni politiche quando genera denaro", è un altro dei virgolettati chiari che sono emersi dalla protesta. Non è un segreto che la Disney stia lavorando da anni a processi e messaggi inclusivi anche nei suoi prodotti ed è proprio per questo motivo che i dipendenti stanno protestando con questa veemenza. Su Twitter, il sindacato interno Disney – "Disney Walkouts" – ha comunque approvato i segni di vicinanza e solidarietà espressi in queste ore da tutti i marchi Disney.
Cosa vuol dire la legge "Don't Say Gay"
Gli insegnanti della scuola primaria fino alla terza elementare non potranno mai parlare, insegnare, incoraggiare a informarsi sull'orientamento sessuale o l'identità di genere perché "non è adeguato all'età" e "appropriato allo sviluppo degli studenti". Questo è il tema principale del disegno di legge approvato dal Senato della Florida martedì 8 marzo (e precedentemente aprrovato anche dalla Camera). Il disegno di legge è stato subito chiamato "Don't Say Gay". Il disegno è passato ora al tavolo del governatore Ron DeSantis che firmerà trasformandola in legge, nonostante le proteste. D'altronde, il disegno di legge arriva dalla sua sponda, l'ala conservatrice della Florida.
Secondo chi ha presentato la legge, il repubblicano Joe Harding, non c'è nessuna censura: "Si tratta solo di mantenere i genitori al corrente e coinvolti su quanto sta succedendo con l'istruzione dei loro figli", ha dichiarato. È chiaro, però, che questa legge si traduce in un controllo su cosa può essere insegnato e cosa no ai bambini nelle scuole della Florida. A prescindere da come la si pensi su orientamenti sessuali e identità di genere. È anche per questo che la legge "Don't Say Gay" è pericolosa. Senza contare che un divieto a parlare di temi di questo tipo, aprirebbe una voragine di insicurezze nei confronti di bambini che già normalmente devono affrontare l'isolamento e la violenza, ogni giorno.