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Anna Mazzamauro: “Con Paolo Villaggio mai amici, diceva di frequentare solo attori ricchi e famosi”

L’attrice, storica signorina Silvani in Fantozzi, ripercorre la sua carriera in uno spettacolo teatrale. Sul rapporto con Villaggio, che ricorda come una persona splendida, parla in un’intervista di un’amicizia mai sbocciata.
A cura di Andrea Parrella
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Anna Mazzamauro si racconta. L'attrice, che a 84 anni torna in teatro per parlare della sua carriera, ha riavvolto i ricordi del suo percorso in un'intervista rilasciata a Repubblica, tornando a quello ce è stato il suo personaggio più noto e amato, la signorina Silvani, in cui affiancava Paolo Villaggio nel ruolo del ragionier Ugo Fantozzi. Molto più che un semplice film, quella saga ha saputo raccontare varie sfaccettature del Paese e, più di tutto, di chi lo abitava.

"Ha segnato tutta la mia carriera. La odio e la amo –  dice Mazzamauro della signorina Silvani – La possibilità di considerare le donne stronze esiste, ce ne sono, specie nel nostro ambiente. La Silvani per me è una sorta di sorella brutta, o la bella di cui io sono la sorella brutta. C’è una confusione di stati d’animo".

Su Paolo Villaggio, scomparso poco più di sei anni fa, non ha dubbi: "Era ironico, uno splendido compagno di viaggio. Si preoccupava quando Salce girava le nostre scene: “Luciano, hai ripreso bene Anna?”. Eppure i due non diventarono mai amici: “Frequento solo attori ricchi e famosi”. Oggi gli avrei detto: “Ma vaff…”, allora, rispettosa, ho taciuto […] Soffrivo di questa mancanza di amicizia. Sembravamo due attori della commedia dell’arte, inventavamo… Era bello. Che poi alla fine sbagliavo perché passare le giornate insieme è amicizia. Ma io la intendevo in altro modo. Lo vedevo frequentare Vittorio Gassman, Ugo Tognazzi, forse soffrivo un po’ di invidia: perché loro sì e io no?".

Tra gli aneddoti noti del suo ingresso nella saga di Fantozzi, quella della possibilità iniziale che interpretasse un ruolo diverso, quello di Pina, la moglie del ragionere: "Quando Salce, con cui avevo già lavorato in teatro con Giorgio Albertazzi, tra le attrici bravine ma bruttarelle si ricordò di me, pensai: evvai, mi hanno chiamato ai fasti del cinema. E mi presentai cotonata, truccata, con le calze a rete. Aprì la porta: “Perdonami Anna, ma ti ricordavo più brutta”. Paolo risolse tutto, parlò con Luciano: “Guarda che è brutta”. Poi decise che dovevo fare l’oggetto del desiderio del ragioniere Ugo".

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