Probabilmente non c’è un classico Disney che sia importante quanto Pinocchio. Specie a vederlo dalla nostra posizione di italiani, orfani della favola di Collodi, mai pienamente capita sin dal principio. La favola di Carlo Collodi era una storia nera, finiva malissimo – con l’impiccagione del burattino di legno a opera del gatto e la volpe – e soltanto le vibranti proteste dei lettori dell’epoca, il giovanissimo pubblico del “Giornale per i bambini”, spinsero Collodi a continuare la favola a pubblicazione periodica cambiandone la storia.
Questo per dire che la smania di ‘live action’ che la Disney ha sui suoi classici sta finendo per essere snervante, pericolosa, scomoda; anche poco furba, sicuramente. È il miglior film d’animazione, il più perfetto mai realizzato e trasformarlo in “live action” ne ha di molto ridimensionato la magia. Tom Hanks nel ruolo di Geppetto è un frignone, ci fa rimpiangere nel ruolo il toscano sbiascicato di Nino Manfredi. Cynthia Erivo è la fata turchina, una bellissima fata afro che compiace la società americana dello spettacolo e che – al solito, molto pretenziosamente – si ritrova oggetto delle principali critiche: in realtà, non c’è nessun problema a ridefinire e rimescolare le carte su questo piano. Non ci stancheremo mai di scriverlo.
Joseph Gordon-Levitt dà la voce al Grillo Parlante, che è qui un fastidiosissimo e pedante animaletto, ben lontano dal carisma un po’ ingenuo che la coscienza del burattino è sempre stata. Menzione d’onore al nostro Giuseppe Battiston nel ruolo di Mr. Stromboli, come è tradotto in lingua originale: il nostro Mangiafuoco. È probabilmente l’elemento più azzeccato e in tema con questo Pinocchio che ha lo stesso ritmo narrativo del classico Pinocchio Disney solo un po’ più ‘dark’ e senza la stessa magia. Da uno come Robert Zemeckis, ci si aspettava molto di più. Pinocchio è disponibile da oggi, 8 settembre, su Disney+.