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La pietra tombale è arrivata quando Tommaso Labate sul Corriere della Sera pubblica questo attacco: "Tanto, anzi tantissimo", ha risposto Giorgia Meloni agli amici che le hanno chiesto se avesse apprezzato il brano". E a nulla è servita l'apertura bipartisan subito dopo: "Sempre in privato, Elly Schlein lo ha definito bello". Si era capito sin dal principio che Simone Cristicchi era il bersaglio designato per attaccare un Festival di Sanremo inattaccabile sul piano dei risultati: ascolti record, addirittura sfondando il muro del 70% di share.
Ecco allora che la canzone "Quando sarai piccola", ballata sulla quale abbiamo pianto probabilmente tutti, è diventata progressivamente da "predestinata alla vittoria" a qualcosa via via sempre più compromessa ideologicamente: la canzone di "un beniamino della destra". Cristicchi, del resto, ce le aveva tutte per indispettire giornalisti e intellighenzia progressista: dichiarazioni contro maternità surrogata e gestazione per altri, uno spettacolo teatrale incentrato sulle foibe con etichettatura di fascista annessa. Tutti aspetti che dalla sala stampa di Sanremo qualcuno ha fatto emergere più volte tra un tweet e l'altro.
Selvaggia Lucarelli nella sua newsletter addirittura smonta la canzone pezzo per pezzo, dopo averlo fatto pure al DopoFestival: "Cristicchi romanticizza una malattia che di romantico ha molto poco". Qualcuno ha scritto che è stato il "Povia di Sanremo nel 2025". In questo scenario così ideologicamente polarizzato, Cristicchi non avrebbe mai potuto vincere.
Nonostante la qualità e la profondità del brano, Simone Cristicchi è passato come un personaggio scomodo. Uno che gioca a fare il "bravo ragazzo", quello "silenzioso" che però nasconde un profilo cattivissimo. La figura di Simone Cristicchi è stata smontata giorno dopo giorno, o almeno ogni volta che c'era la possibilità che aumentasse la sua aderenza con il pubblico a casa. Forse avrebbe fatto bene a specificare in conferenza: "Fermi tutti, sono antifascista!", come hanno fatto Carlo Conti e Gerry Scotti all'alba della prima puntata. Torna a casa quinto in classifica e con il Premio Lucio Dalla, ma con un'immagine compromessa da certa stampa.
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