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Festival di Sanremo 2025

Simone Cristicchi è la mina vagante di Sanremo 2025, ecco perché può rompere gli schemi del Festival

Alla prima serata di un Sanremo apolitico e dei buoni sentimenti, Simone Cristicchi potrebbe rompere gli schemi e puntare in alto con una canzone non particolarmente originale ma dal contenuto potentissimo, che quasi obbliga l’ascoltatore a riconoscerne la forza.
A cura di Andrea Parrella
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Simone Cristicchi non ha ancora finito di cantare la sua canzone nella prima serata del Festival di Sanremo 2025 e in sala la standing ovation già monta. Il cantante, vincitore nel 2008 con "Ti regalerò una rosa", porta quest'anno in gara una canzone che può diventare il caso di questa edizione, la mina vagante, il fattore che scompagina l'ordine naturale delle cose.

Quando sarai piccola è una canzone che racconta il tema della malattia in un modo tutto suo, giocando sin dal titolo su un intreccio tra passato e futuro che è un innesco struggente per chiunque abbia avuto a che fare con l'essere figli di genitori che hanno improvvisamente smesso di esserlo, alterando totalmente il rapporto umano con chi ti ha messo al mondo. Che sia una canzone in grado di raccogliere il consenso di chi si immedesima in questa situazione non è solo logico, ma a suo modo scontato. Lo ha dimostrato Gabriele Corsi, reduce da una lunga e dolorosa esperienza di questo tipo, con quel pianto incontenibile al Prima Festival quando nessuno aveva ancora ascoltato la canzone, che ha dato vita a un processo di identificazione a priori, una sorta di spot involontario alla canzone di Cristicchi.

Una canzone che non spicca per originalità musicale, ma il cui contenuto rende obbligatorio fare i conti con quel tema e quindi incontestabile la canzone stessa. Alla prima serata di un Festival che è stato costruito – o si è costruito da solo per effetto di inerzia – per essere apolitico e dare spazio ai sentimenti, è abbastanza evidente che Simone Cristicchi potrebbe rompere gli schemi e puntare a due obiettivi molto ambiziosi: il primo è quello di conquistare un premio della Critica che alla vigilia pareva pareva già assegnato, o forse conteso, da altri artisti in gara. Il secondo, addirittura, puntare a un piazzamento in classifica molto alto, contendendo un festival a coloro che puntano ai grandi numeri (citofonare Achille Lauro).

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"L'avvenire è dei curiosi di professione", recitava la frase di un vecchio film che provo a ricordare ogni giorno. Scrivo di intrattenimento e televisione dal 2012, coltivando la speranza di riuscire a raccontare ciò che vediamo attraverso uno schermo, di qualunque dimensione sia. Renzo Arbore è il mio profeta.
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