Festival di Sanremo 2025

Sanremo 2025, Rocco Hunt: “Nella mia regione ancora una mattanza, i ragazzi continuano a morire per ca**ate”

Rocco Hunt raconta la sua canzone Mille vote ancora, che porterà sul palco di Sanremo 2025. Un pezzo che racconta come un sequel di Nu juorno buon: “Sembrerà un tormentone, ma va a cercare il primo Rocco”. Un pezzo che conterrà anche denuncia.
A cura di Andrea Parrella
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Rocco Hunt torna al Festival di Sanremo 2025 con Mille vote ancora, una canzone che l'artista racconta come un sequel del suo esordio fortunatissimo i 11 anni fa al Festival, quando si affermò tra i giovani con Nu juorno buono. In conferenza stampa all'Ariston, a poche ore dal suo debutto sul palco nella serata del martedì 11 febbraio: "Torno e trovo un Sanremo nouvo, più cool, con il sequel in un certo senso di Nu juorno buono, una canzone che mi ha cambiato la vita e tracciato una linea importante nella storia del rap italiano e della canzone napoletana a Sanremo".

A Sanremo in dialetto dopo Geolier nel 2024

Dopo il napoletano di Geolier, Rocco Hunt dà continuità alla tradizione del dialetto campano sul palco dell'Ariston. Mille vote ancora la racconta come "una canzone che è importante, è la mia storia, non sono più il ragazzo di 18 anni che viene qui, ma un uomo di 30 anni che ha una famiglia, o un figlio di 8 anni che mi guarda a casa e fa il tifo per me, lo dico perché ho sentito che alcuni figli di colleghi tifano per altri". 

"Un manifesto per la mia terra"

Una canzone che tocca anche i casi di cronaca che continuano, spesso, a riguardare la sua terra e i giovani che la abitano: "Questo brano è importante, è un manifesto per la mia terra, bellissima che mi ha dato poche opportunità. Nella mia regione lo scorso anno c'è stata una mattanza di ragazzi che hanno perso vita per cazzate. Ho girato scuole, ospedali, dicendo ai ragazzi di parlare dei loro problemi. Tutto si può risolvere, non si può morire per una guardata storia, una scarpa sporcata. Sono cose che possono essere futili, in questa canzone parlo di armi e pistole che ancora sparano, di una guerra che deve finire. Non è per paternalismo, ma lo dico come un fratello maggiore". 

Negli ultimi anni la sua carriera è stata segnata anche da successi estivi e tormentoni, ma questa canzone avrà un carattere diverso: "Diciamo che non è una canzone da primo ascolto. Chitarra, mandolino, cassa potente, si può pensare a un tormentone, ma questa canzone va a cercare il primo Rocco, è una canzone che dice delle cose, in una maniera anche musicale. Anche Nu juorn buon si lasciava cantare, ma dentro c'era la terra dei fuochi, i problemi sociali. Io non posso venire su questo palco con una canzone leggera, il ritmo inganna, ma dentro c'è la mia vita e quella di tutta una generazione". 

Sulla serata cover, dover porterà sul palco Clementino per un omaggio a Pino Daniele. Rocco Hunt ricorda il suo incontro con l'artista scomparso dieci anni fa: "Mi disse ‘Uagliò, nun t' perdere, perché tu sai scrivere'".

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