Sangiovanni: “Non sono un supereroe, a Sanremo racconto le difficoltà dopo Amici”
Sangiovanni arriva per la prima volta al Festival di Sanremo con il brano Farfalle. Reduce dal successo di Amici dello scorso anno e delle hit Malibù e Lady, il giovane cantante fa ballare l'Ariston con un brano travolgente, che sembra avere tutte le carte in regola per diventare una nuova hit, ma che dentro, nel testo, racconta le increspature del successo. Ma Giovanni Pietro Damian, questo il suo vero nome, racconta a Fanpage.it come è cambiata la sua vita nell'ultimo periodo e la voglia di far vedere al pubblico anche l'altra parte di sé, non solo quella dei tormentoni.
Parliamo di Farfalle, un pezzo allegro solo nella musica.
Farfalle è un pezzo che parla di un mio bisogno primario. Quando sono uscito dal percorso di Amici ho vissuto un momento difficile, che poi è diventato un periodo, che poi si è trasformato nel mio stato quotidiano. Ho cambiato vita e sono dovuto andare incontro a tanti aspetti: a 18 anni sei abituato ad alzarti la mattina, andare a scuola e fare le cose normali, invece da un giorno all'altro ti ritrovi a lavorare con delle persone che non conosci, a parlare di tanti progetti per il tuo futuro, per la tua carriera, prenderti delle responsabilità, lontano da casa. Abito in un paese di tremila persone, molto distante da Roma e Milano, talmente piccolo che lo stesso numero di persone ora le vedo a un concerto e fa un certo effetto. Vivere senza la famiglia è molto difficile.
Chi esce come te dal successo, nell'immediato, tende a raccontare solo il bello, ma così capiamo cosa intendi quando dici "Ho perso l'emozione, non voglio stare male" che derivano da questo stato d'animo, immagino, no?
Io sono troppo leale e sincero con me stesso e con le persone che mi ascoltano per dire che è tutto rosa e fiori, poi non voglio mai buttarmi giù. È sbagliato giudicare la vita degli altri in base al lavoro. Paradossalmente quando andavo a scuola e facevo le mie cose nessuno mi avrebbe detto: "Non puoi stare male". Ora che sono un artista la gente pensa alla fama, ai soldi e alle cose che sembrano incredibilmente belle. Mi dicono che non posso stare male, quasi fossi un supereroe, ma per me è una cosa assurda, non si giudica una persona dal lavoro che fa. Ovviamente non vado in fabbrica e sono privilegiato, ma questo non significa che non possa avere i miei malesseri.
Chi non la vive, in effetti, non può immaginare com'è la tua vita adesso e quante responsabilità affronti…
Dall'esterno sembra tutto rose e fiori, io invece voglio raccontare con molta umiltà che ci sono anche cose che non sono belle. Mi piace farlo perché mi fa stare più con i piedi per terra. Non sono sopra a un piedistallo e non sono un supereroe. Faccio l'artista, ma sono un ragazzo normale e quello che vivono gli altri posso viverlo anche io. È fondamentale capire questa cosa perché quando ti tendi conto che la persona con cui stai parlando è una persona normale, allora capisci anche quello che sente.
Ed è argomento proprio di Farfalle…
Sì, parlo di una cosa semplicissima: stai male? Sei oppresso dalle problematiche della tua vita? Dal malessere? Allora circòndati di amore. Ad esempio, quando torni a casa stanco dal lavoro, c'è differenza tra rientrare in stanza da solo o andare sul divano con la persona che ti ama e ti coccola. Già questo ti cambia la vita. Ed è quello il vero ossigeno, il vero respiro, la mia boccata d'aria di cui parlo nella canzone.
Mi lego anche alla scelta della cover, perché Bertoli faceva un discorso "A muso duro", appunto, sulle sue canzoni, sull'arte e sulla sua idea di musica. Mi interessa capire la tua decisione, perché lui aveva 37 anni quando la pubblicò. Come è arrivata la tua scelta da ventenne?
Ho scelto questo pezzo dopo diverse ricerche. Farfalle è un brano uptempo che richiama la dance e quindi si può pensare, ascoltandolo, che sia leggero, anche se le parole non lo sono. Invece per la cover volevo un pezzo che fosse più impegnativo e profondo perché venendo da hit di grande successo molte persone non conoscono la mia parte introspettiva. Io invece volevo che venisse fuori su un palco così. Mi sono imbattuto in questa canzone una sera, dal nulla, e ho capito che era quella giusta, che volevo cantare quelle parole perché le sentivo incredibilmente mie. Come canto in Farfalle, il punto è che, nonostante il malessere, nella vita ci sono cose più importanti. E come per Bertoli, anche io voglio solo cantare le mie canzoni ed è anche quello che voglio comunicare.
Noi abbiamo un'idea di te, dalle tue canzoni, da quel poco che sappiamo, cosa vorresti che la gente conoscesse di te, dopo Sanremo? Che percezione vorresti che si abbia di te?
Quello di un artista che non fa solo le hit pop da radio, ma che è anche in grado di comunicare delle cose che possano fare bene alle persone e soprattutto che può farlo con tanti mood diversi, non solo con una base allegra e uptempo. Ho scritto tanti pezzi e sono contento che dopo Sanremo tutte queste canzoni usciranno. Finalmente potrò parlare di temi più sociali e far vedere anche l'altra parte di me.
La canzone, ovviamente, ma anche la collanina col suo nome, praticamente Giulia la porti sempre anche sul palco…
Ti racconto questo aneddoto: qualche settimana fa avevo tante collane e non volevo fare la figura di quello che le ostenta. Io le indosso solo perché hanno un valore affettivo e non materiale, non riesco a togliermele. Mi metto una collana perché mi piace. Poi alcune mi stavano facendo male al collo, mi stringevano troppo, così ho deciso di lascare solo quelle importanti, quelle che indosso ora, compresa quella con il nome di Giulia. Forse è banale, ma io lo faccio perché in questo modo posso portare con me non solo la sua persona, ma tutto quello che mi dà. Ho anche delle collanine della mia famiglia addosso ed è lo stesso concetto: li porto con me ovunque vado e questo mi rende forte.
Chi ti ha dato il consiglio migliore per Sanremo?
Beh, è difficile, sono utili, ma obiettivamente chi li ascolta i consigli? Li ho ricevuti da persone che hanno vissuto il Festival, come Madame e Maria De Filippi, e mi hanno detto: vai lì senza aspettarti niente ma solo per divertirti e cantare.