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Roberto Bolle: “In Italia si vuole uccidere il Balletto, bisogna cambiare”

L’Étoile del Teatro alla Scala pronuncia un discorso durissimo a Montecitorio, contestando alle istituzioni di trascurare la danza rispetto alle altre arti: “Il Balletto è vittima dell’ignoranza di chi, per il ruolo che ricopre, dovrebbe proteggerlo, promuoverlo e valorizzarlo”.
A cura di Andrea Parrella
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Basta tagli, basta "avvilire la danza". Quello di Roberto Bolle dalla sala del Mappamondo di Montecitorio è un grido di dolore per il balletto e l'arte tersicorea, a giudizio dell'etoile costantemente posta in fondo alle priorità delle istituzioni a causa dell'indifferenza e l'ignoranza di politici e organizzatori. Bolle, che oltre a essere Étoile del Teatro alla Scala è, ormai da anni, il volto rappresentativo a livello nazionale (e non solo) della danza, si mostra durissimo nel suo intervento di quest'oggi, in difesa di una forma espressiva "trattata come la Cenerentola delle arti, con Opera lirica e musica sinfonica nel ruolo delle sorelle privilegiate, cui sono riservate le attenzioni e le cure delle Fondazioni". La sua denuncia prosegue così:

Da cosa nasce questa decisione che sembra quasi unanime di uccidere il Balletto qui in Italia? Non certo per insostenibilità dei corpi di ballo ma per scarsa conoscenza del settore e mancanza di visione di chi ne era responsabile […] Molti sovrintendenti amano l’opera, amano la musica. Al contrario molto raramente conoscono e apprezzano la danza. La frase più comune che si sente dire è ‘Non capisco nulla di Danza’. E una risposta sta proprio lì: il Balletto è vittima dell’ignoranza di chi, per il ruolo che ricopre, dovrebbe proteggerlo, promuoverlo e valorizzarlo.

Quello di Bolle non è stato un discorso unicamente distruttivo, ma portatore di consigli e suggerimenti per Ministero della Cultura e il governo, un lungo schema programmatico illustrato che ha fatto emergere enorme consapevolezza dello Stato dell'arte, attraverso l'evidenziazione di punti programmatici precisi, dalla stabilizzazione di danzatrici e danzatori di Napoli e Palermo, alla necessità di "Rimettere in piedi il corpo di ballo stabile all’Arena di Verona", passando per una soluzione alla situazione del MaggioDanza, a Firenze, fino al sostentamento finanziario di quei teatri che decidono di investire nei corpi di ballo, incentivando e agevolando "le coproduzioni tra i teatri e le tournée dei nostri corpi di ballo nelle altre Fondazioni e negli altri Teatri italiani".

Parole, quelle di Bolle, che sembrano aver avuto un'immediata ricaduta sul piano istituzionale, visto che è arrivata repentina la reazione del Ministro della Cultura, Dario Franceschini:, che con onestà ha ammesso: "Bolle ha ragione – ha detto – In passato troppi tagli".

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