Ci eravamo abituati male, addomesticati a imprevisti, concorrenti che abbandonano il palco, ospiti che distruggono scenografie, artisti che stoppano l'orchestra per ricominciare a cantare. Arrivati alla fine della terza serata di Sanremo 2024 dobbiamo far pace con l'idea di mettere da parte ogni aspettativa di sorpresa. Amadeus, all'ultimo atto della sua conduzione, ha impacchettato un'edizione asciutta, dritta, povera di guizzi di scrittura in grado di distinguersi per originalità, di fatto esaurito.
Nelle prime tre serate, fatta eccezione per l'infausto momento Travolta, meme per tutti i secoli dei secoli di raro valore, trattandosi di un frammento immediatamente rimosso dagli archivi Rai per la mancata liberatoria da parte dell'attore, ha regalato pochi momenti davvero degni di nota e quando è accaduto, perla sorpresa Mengoni, il compleanno di "E Poi" di Giorgia o la verve di Teresa Mannino, la rilevanza era attribuibile a un fattore di talento in grado di prescindere dalla scrittura e le idee. Un Sanremo realizzato con il bilancino, grande maestria nella distribuzione dei pesi e poco sforzo, che viaggia da solo perché forte di una formula consolidata che paga in termini di ascolti, pur certificando il fisiologico esaurimento delle risorse creative di Amadeus e la sua squadra, che aveva raggiunto il picco lo scorso anno con la trovata social poi sporcata dalla multa comminata alla Rai per la vicenda Instagram.
Giunti alla notte del giovedì, dopo la terza cinquina di questa edizione (qui la classifica provvisoria) possiamo dire con discreta sicurezza che che questo festival lo vince La Noia, in tutti i sensi. La sentenza potrebbe infatti rivelarsi un pronostico, visto che il titolo preso in prestito alla canzone di Angelina Mango non è casuale: prima in classifica alla fine della terza serata, favorita per la serata duetti e proiettata, verosimilmente, alla vittoria finale di Sanremo 2024. Niente che non avessimo già ipotizzato. Quanto all'intrattenimento, il vero apice narrativo è previsto per i saluti finali, quelli di Amadeus e Fiorello.