La terza serata di Sanremo 2022 è stata illuminata dalla presenza di Drusilla Foer, essere mitologico che ha legittimato il ruolo di conduttrice, nonostante il sogno di fare la valletta. Non si esce dall'impasse di una co conduzione al femminile più in sordina, fatta di interventi lampo e abiti glamour, qualcosa che assomiglia più a un finger food che a quella pessima consuetudine che furono i tris di primi negli anni 80. E invece ci saremmo sporcati volentieri le mani e fatti pure la scarpetta.
Poca Drusilla, ma abbastanza per lasciare il segno. "Caro Amedeo, si chiedono se sono un travestito, così mi sono travestita" ha detto, mostrandosi con baffi e mantello, nelle vesti di un moderno Zorro pronto ad attentare il naso del direttore artistico, che ne ha avuto più del solito per arrivare a sceglierla. Un personaggio nato in teatro dalla mente di Gianluca Gori, attore e cantante, appassionato di arte e fotografia, profondamente diviso dall'anima della sua creatura.
Sono separati in casa, "ognuno ha il suo luogo e non vuole rinunciarci" hanno spiegato, e infatti nessuno dei due accetta di parlare dell'altro, nonostante siano vicendevolmente grati al loro ingegno e alla loro profonda sensibilità. Garbo, ironia, eleganza, anzi eleganzissima, come l'ha battezzata una giovanissima fan sui social. Una conduttrice perfetta per una kermesse come Sanremo, evento di musica e di costume, un costume che con lei non ha avuto il bisogno di trovare una traduzione univoca.
Si chiedono se l'enorme successo di questa donna fine e arguta, dotata di un'intelligenza viva e di una ironia capace di corrompere anche i più diffidenti, debba essere letto come il successo di uomo. Ma si può essere donne anche quando la natura si distrae, evitare di inciampare nelle definizioni limitandosi a fruire di ciò che si vede, "accogliere il dubbio anche solo per essere certi che le nostre convinzioni non siano solo delle convenzioni". Con lei abbiamo assistito a uno spettacolo degno delle aspettative, qualcosa che ha alimentato la voglia di rilancio per un Festival capace di gettare il cuore oltre l'ostacolo, di badare a qualcosa di più di una discesa dalle scale senza intoppi.
In quanto alle due anime di Drusilla Foer, un ultimo (non richiesto) consiglio: non si disunisca mai. Sarebbe davvero un peccato.