Pinuccio risponde ad Amadeus: “A Sanremo Giovani hanno tolto posto a chi ha rispettato le regole”
L'edizione di Sanremo Giovani 2021 si è conclusa con la serata del 15 dicembre, ci sono tre vincitori e il cast di Sanremo 2022 è ormai al completo. Nei giorni che avevano preceduto la finale, tuttavia, era sorta una polemica nata – guarda caso – da Striscia La Notizia e il solito Pinuccio, che con il suo Rai Scoglio 24 da anni fa le pulci alla Tv di Stato. Il caso è quello di Angelica Littamè, artista in gara con la canzone "Cazzo avete da guardare", oggetto di un servizio di Striscia che, traendo spunto da questo approfondimento di Massimiliano Longo su All Music Italia, spiegava in Tv come la canzone fosse già stata eseguita in un altro contest televisivo, violando una regola sacra di Sanremo. La risposta a Pinuccio da parte di Amadeus è arrivata in diretta, durante la finale, specificando che la giuria non avesse ritenuto il caso di squalificare la concorrente. A rispondere al direttore artistico è proprio Pinuccio, al secolo Alessio Giannone, in questa intervista a Fanpage.it.
Amadeus che ti ringrazia in diretta per le segnalazioni è diventato un format annuale, era successo anche l'anno scorso.
Diciamo che è un format annuale anche il fatto che arrivati a quel momento non possano più ammettere l'errore, perché farlo in quel caso scombussolerebbe anche la programmazione televisiva della diretta. Noi ieri sera, poco prima della finale, siamo andati in onda con un secondo servizio che mostrava il contratto sottoscritto dalla cantante con l'emittente 7Gold, quindi direi che quello di Amadeus mi sembra un ringraziamento di maniera.
Che risposta ti aspettavi?
Niente di molto diverso, anche perché, tirarsi indietro ieri avrebbe significato ammettere un errore che andava avanti da tempo e di cui la commissione di Sanremo Giovani si sarebbe dovuta accorgere.
Molti commentano la cosa dicendo che va bene la rete di controllo della Rai, ma la colpa non è di chi si presenta alle selezioni con un brano già eseguito?
Ma sì, immagino che dietro ogni cantante arrivato a quel livello di Sanremo Giovani ci sia un manager o una casa discografica che abbia letto il regolamento, in diversi punti è abbastanza chiaro. Vero è che il regolamento di Sanremo poi potrebbero lasciarlo in bianco, visto che alla fine sembra valere un po' tutto, è precisissimo in alcune cose, ma poi non vale niente. Presentarsi lì con una canzone che è andata in onda in un altro contest, per la quale è stato firmato un contratto di cessione dei diritti di quel video è un po' assurdo.
C'era poco di equivocabile.
Direi di sì, uno dei capisaldi di Sanremo è che la canzone deve essere nuova, lo sa anche mia nonna. Non è che stiamo parlando dell'interpretazione di un plagio, le sette note simili. È un principio cristallino.
Ricevere una risposta in prima serata ti porta a sentire di aver raggiunto l'obiettivo?
L'obiettivo è rispondere a quei ragazzi e quelle ragazze che mi hanno scritto chiedendosi se fosse stata eliminata lei ci sarebbe stato spazio per chi ha invece rispettato le regole. Spesso noi dimentichiamo che partecipare ad un concorso del genere significa anche spendere soldi e tempo.
Credi che una cosa del genere rischi di delegittimare l'immagine della manifestazione e generare scetticismo?
Sui sistemi di selezione dei giovani a Sanremo potremmo scrivere libri, però sì, è uno di quei tasselli che ti porta a confermare un'abitudine italiana secondo la quale chi rispetta le regole finisce per rimanere fuori. A prescindere da merito e bravura, nel senso che io non sto discutendo Angelica Littamè da un punto di vista artistico.
Il fatto che lei non sia tra i vincitori di Sanremo Giovani cambia qualcosa?
Direi nulla, è una questione di accesso a una prima serata di Rai1, c'entra poco che lei non sia stata tra le vincitrici, perché non passare vuol dire anche evitare di trascinarsi le polemiche per tutto il prossimo Sanremo. Ovviamente non sto insinuando che si sia fatto in modo di non farla vincere, è risultato che sono stati più bravi gli altri. Però, come dire, sono piccole coincidenze.
La Rai è forse l’ente pubblico più bersagliato d’Italia. Tu che scopo hai?
Innanzitutto il risparmio, perché parliamo comunque di soldi nostri. Inoltre in Rai avviene una cosa che dovrebbe farci pensare. Negli ultimi anni ci sono stati movimenti e partiti politici che hanno contestato la casta, la gestione dei soldi da parte della politica. Questo ragionamento, però, non sembra valere per la Rai. È una succursale dove tutto è lecito. Qui parliamo di migliaia di dipendenti, appalti milionari che spesso diventano un braccio, un'estensione della politica. "La politica fuori dalla Rai" è una frase tipo "non esistono più le mezze stagioni".
Ricevi anche segnalazioni riguardanti le falle di altre emittenti televisive?
Sì, ma c'è una differenza importante, perché alla Rai in quanto ente pubblico è richiesta trasparenza. Nelle altre televisioni private, un cachet alto è concesso perché è libertà del privato, così come di assumere chiunque voglia. La Rai è pubblica, funziona come un ministero, ci sono procedure che vanno rispettate e non è che, per esempio, puoi assumere tuo cugino senza un concorso.