Pino Mango a 10 anni dalla morte sul palco, quando l’uomo e l’artista diventavano una cosa sola
Le luci viola del palco, il suo semi-falsetto, il pubblico di Policoro che lo acclama durante la serata World of Colours in favore dei bambini della Guinea Bissau. L'Oro di Pino Mango è tutto lì, a pochi metri: il suo pubblico, la sua terra, la sua musica. Nella carriera di Pino Mango è co-esistita la completa riservatezza per la sua vita familiare e l'amore per la musica, due linee convergenti che han trovato negli anni più punti di congiunzione, senza mai travolgersi. Lo sappiamo grazie al racconto, emozionato quanto schivo, della famiglia (dalla moglie Laura Valente ai figli Filippo e Angelina Mango): una traduzione dei valori trasmessi al pubblico. L'8 dicembre 2014 scompare Pino Mango, a causa di un malore sul palco: ci saranno le parole, poche, sussurate al pubblico, quasi a scusarsi di un dolore che non riusciva a comunicare. Tante invece quelle che lo ricorderanno. 10 anni dopo, sua figlia traccerà una nuova strada, per uno dei suoi brani più importanti, La Rondine del 2002, sul palco di Sanremo 2024, durante la quarta sera, quella delle co
L'ultimo album con tutta la famiglia
La riservatezza che non diventa distanza, una voce naturale, un semi-falsetto iconico, utilizzata per includere, anche negli ultimi momenti della sua vita. Anche il ricordo scelto dal suo staff sembra trasferirsi sul quel piano emotivo: "La nostra rondine è volata via nel cielo sbagliato. Pino resterai sempre nel nostro cuore perché come cantavi qualche anno fa ‘Non moriremo mai, il senso è tutto qui‘". Durante la sua carriera da autore e cantante, nazionale e internazionale, accumulerà attestati di stima e collaborazioni con autori del calibro di Mia Martini, Loredana Bertè, Andrea Bocelli, Franco Battiato, Claudio Baglioni: ma produrrà anche 21 album, di cui l'ultimo nel 2014, dal titolo L'amore è impossibile. Un album in cui la famiglia Mango partecipa in toto, dalla batteria del figlio Filippo, alle voci di Laura Valente e la figlia Angelina appena 13enne.
La lettera di Laura Valente ad Angelina Mango
Pochi anni dopo, proprio Laura Valente ricorderà in una lettera a sua figlia, quanto quel progetto avesse incasellato tutti i pezzi del puzzle musicale, quanto la cover di Get Back dei Beatles avesse realizzato il sogno di aver accanto i figli: "Quella fu la vostra prima registrazione in studio. E chi se la dimentica. Sono passati 10 anni, e da allora tu hai fatto 10 anni di gavetta, sei cresciuta, hai imparato tante cose. Ma papà 10 anni fa aveva già capito tutto, nel suo cuore aveva già visto cosa saresti diventata oggi". In quel progetto, anche Amore che vieni, amore che vai, cover di Fabrizio De Andrè: due personaggi distanti quanto vicini, due anime che hanno costruito parte dell'identità musicale italiana, rimanendo ancorati al proprio territorio. Per i carruggi di Genova la favola di De Andrè, per le strade di Lagonegro la piazza di Pino Mango.
Il bicchiere di vino in sogno con De Andrè
C'è anche un'altra voce di quella sera, tra le tante che si sono susseguite, in cui Pino Mango avrebbe riferito di un sogno, in cui avrebbe condiviso "un bicchiere di vino con De Andrè", scomparso l'11 gennaio 1999. Non sarà la prima, men che meno l'ultima voce che si susseguirà sulla sua precoce scomparsa, frutto di una riservatezza che ha protetto la sua famiglia dalle speculazioni negli anni della sua carriera.
La rondine non ha bisogno di paragoni, ma di ricordi
Era anche questo Pino Mango, e se la musica ha mostrato l'assenza di confini artistici, la pluridimensionalità del suo ruolo autoriale e melodico, contrapposto alla sua eredità silenziosa nei gomitoli della vita privata che gli apparteneva, sembra ancor di più descrivere la sua sensibilità umana. Perché nella musica, come nella vita, il silenzio tra i suoni è fondamentale, alla ricerca di un equilibrio. E la vita di un palco come Sanremo, una gabbia dorata che l'ha visto esibirsi sette volte, vedrà volare via stasera una rondine, come quella che si esibirà. Ancora una volta con la riservatezza di una vita privata da proteggere, perché la musica non vive di paragoni ma di silenzi che rendono i suoni un ricordo a cui affidarsi.