Perché Ornella Muti è stata la prima delusione del Festival di Sanremo
L'attesa stessa di Ornella Muti è essa stessa Ornella Muti. Sulla presenza della grande diva degli anni Ottanta è stato tutto una chiacchiera pre-Festival che altro. L'attrice si è manifestata in punta di piedi e non è riuscita a fare pienamente suo il momento che le è stato concesso nella prima serata del Festival di Sanremo.
Legnosa, con quella voce tagliata dalla timidezza e dal tempo passato, non è riuscita mai davvero a riempire il palco del Teatro Ariston. Zero vitalità, zero energia in un contesto che richiede di trascinare piuttosto che essere trascinati. Non ha aiutato nemmeno, questo va detto, quello che le è stato costruito tutto intorno. Il momento celebrativo con i giganti del cinema con cui ha lavorato – tutti uomini, appunto, e tutti morti – non solo ha dato l'impressione di ritrovarsi in un necrologio in prima serata ma ha di fatto cristallizzato Ornella Muti nel suo ruolo: diva d'altri tempi che ha già detto e fatto tutto.
Era davvero questo l'unico modo di farla splendere sul palco di Sanremo? Si poteva smontare l'atmosfera un po' forzata di un faccia a faccia che è stato più da televisione del pomeriggio che da Festival, e magari giocare con lei, liberarla dal recinto di ‘diva immortale', metterla in gioco, lasciarla – semplicemente, ripetiamo – splendere.
O magari forse, chissà, Ornella Muti non era il talento adatto al formato scelto da Amadeus, che ha bisogno di un tipo d'artista da buona la prima, mettiamola così. Già questa sera, quando ci sarà Lorena Cesarini, più giovane e con meno pressioni, si potrebbe avvertire una differenza; uno scarto che potrebbe rivelarsi fondamentale per le sorti al femminile di questo Festival. Ma se è così che stanno le cose, c'è da contare le ore per Drusilla Foer e Sabrina Ferilli su cui a questo punto è più che legittimo caricare tutto il resto delle nostre aspettative.