Parla Lucio Presta, il manager di Amadeus: “Sanremo è diventata una serie tv”
"Sanremo è diventato una serie tv. Per sopravvivere, dovrà uscire dall'Ariston". Quando parla Lucio Presta, dice cose mai scontate e mai banali. Il manager di Amadeus – e di tantissimi altri top – racconta le sue impressioni al Sole 24 Ore. A intervistare il manager è Francesco Prisco che apre l'intervista col cambio di paradigma degli ultimi anni: non più "vecchio contro nuovo" ma "vecchio che convive col nuovo". Lucio Presta suggerisce: "Se vuoi fare una televisione generalista che funzioni, devi necessariamente tenere insieme le generazioni, attraversarle. Rassicurare chi ha qualche anno in più con i propri beniamini, intrigare i giovani con quelli che già seguono grazie ad altri circuiti di fruizione come lo streaming".
Il Sanremo di Amadeus
Lucio Presta attraversa il Festival di Sanremo tramite i suoi tre artisti di razza che lo hanno condotto: Paolo Bonolis, Antonella Clerici e, appunto, Amadeus.
Anche Sanremo in un certo senso è diventato una serie Tv. Siamo nell’epoca della serialità e il Festival non fa eccezione. Ci siamo inventati un nuovo modo di raccontare, all’interno del Festival, e un nuovo modo di raccontare il Festival. Una volta funzionava che un direttore artistico, alla vigilia della kermesse, concedesse un’intervista esclusiva a questo o quel giornale su che cosa sarebbe successo all’Ariston, magari facendo infuriare tutti gli altri. La comunicazione sul Festival, con questo schema, si concentrava in poche settimane dell’anno. Con le ultime edizioni di Amadeus ci siamo detti: abbiamo il più grande strumento di comunicazione generalista del Paese che si chiama Tg1, costruiamo attraverso di esso una narrazione che abbracci più mesi e faccia discutere il pubblico per buona parte dell’anno.
Il Sanremo di Paolo Bonolis
Il primo Festival di Sanremo da manager è stato con Paolo Bonolis: "I due Festival di Paolo sono stati rivoluzionari sul piano dello spettacolo. Pensiamo solo alle aperture spettacolari affidate a Daniel Ezralow o al duetto tra Arisa e Lelio Luttazzi. Bonolis, tra i pochissimi qui da noi ad avere sia il Dna della tv pubblica che di quella privata, ha riportato il grande pubblico al Festival, dopo una parentesi di crisi del prodotto".
Il Sanremo di Antonella Clerici
Il Sanremo di Antonella Clerici fu invece quello "della della Favola. Nessuno credeva in quel Festival e sorprendemmo tutti. Venivamo dal grande successo del secondo Sanremo di Bonolis. Con Gianmarco Mazzi inizialmente provammo a individuare un partner maschile da affiancare ad Antonella, ma tutti rifiutavano, per il timore di confrontarsi con i numeri che aveva fatto Paolo l’anno prima. Ci accorgemmo che stavamo ragionando del superfluo: la Clerici reggeva benissimo l’Ariston da sola. La forza di Antonella sta nella sua autenticità, nel fatto che è esattamente come la vedi nella vita reale".
Il futuro del Festival di Sanremo
Tra i temi, Lucio Presta lancia la sfida guardando al futuro del Festival che non può più farsi all'interno di un cinema: "Un giorno si dovrà abbandonare l’Ariston e costruire un Palafestival, anzi esorto il proprietario Walter Vacchino e l’amministrazione comunale e regionale a pensare presto a questo progetto. Stiamo parlando del più grande evento televisivo italiano, qualcosa che non ha eguali in Europa. Incredibile che si faccia all’interno di un cinema. Incredibile o forse molto italiano". Il futuro del Festival sarà però senza Lucio Presta, che ha annunciato che questo sarà il suo ultimo Sanremo: "Con il Festival 2024, che faremo sempre con Amadeus, arrivo al decimo, poi saluto Sanremo".