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La stagione dei premi che ci ha accompagnato agli Oscar 2025 doveva essere convenzionale, senza troppi scossoni o svolte improvvise. La realtà dei fatti si è rivelata essere ben diversa. Gli incendi a Los Angeles hanno fatto slittare cerimonie e tempistiche di chiusura per le varie votazioni di questo o quel premio e, a una manciata di giorni dalla Notte degli Oscar 2025 che si terrà il 2 marzo al Dolby Theatre di Los Angeles (in Italia sarà possibile vederlo fra la notte di domenica e lunedì in diretta su Rai 1 e Rai Play), qualche minima incertezza capace di dare un po' di speziatura all'attesa c'è. In generale, tutto sembra indicare che a dominare la scena nelle categorie principali saranno Anora di Sean Baker e The Brutalist di Brady Corbet. L'unica “scheggia impazzita” potrebbe essere il thriller ecclesiastico Conclave. Pronostici e previsioni per la notte degli Oscar 2025 che andrà in onda su Rai1 la notte tra il 2 e 3 marzo.
Emilia Perez, la favorita schiacciata dal caso Gascòn
Già perché gli ultimi appuntamenti con gli Indipendent Spirit Awards, i BAFTA e i SAG Awards hanno lanciato segnali contrastanti. Che rendono anche più paradossale ripensare a come, fino a qualche settimana fa, tutto sembrasse segnalare che, con Emilia Perez, Netflix fosse finalmente pronta a mettere in bacheca la statuetta che insegue da anni spendendo decine e decine di milioni di dollari in promozione, quella per il Miglior film.

Anche noi avevamo sottolineato l'eccezionalità delle 13 nomination ricevute dalla pellicola di Audiard. Si percepiva anche il forte sapore dello sberleffo al reinsediamento di Donald Trump come Presidente degli Stati Uniti d'America. Poi, una manciata di giorni dopo, la rovinosa caduta libera causata dal riemergere di vecchi tweet della protagonista Karla Sofía Gascón. Caso chiuso. Le uniche nomination che il lungometraggio potrebbe materialmente portare a casa sono quelle per la Miglior attrice non protagonista a Zoe Saldaña e per il Miglior film internazionale. Anche se alla porta c'è pure Walter Salles con I'm still here. Ma cerchiamo di ragionare procedendo con ordine.
Vincerà Anora. Forse.
Nell'ultimo mese, a raccogliere più consensi sono stati principalmente due film: The brutalist di Brady Corbet e Anora di Sean Baker. Le due opere hanno tenuto banco ai Golden Globes, ai BAFTA, ai Critics' choice awards, agli Indipendent Spirit Awards e nelle varie cerimonie di premiazione delle gilde hollywoodiane, da quella dei registi (DGA) a quella dei produttori (PGA) fino ad arrivare a quella degli attori (SAG) dove sono state stranamente ignorate. Normalmente, si tratta di una cartina al tornasole molto attendibile per prevedere e intercettare gli umori dell'Academy. È davvero difficile che un lungometraggio capace di catturare gli sguardi e i premi in manifestazioni come quelle citate resti poi a bocca asciutta durante la Notte delle Stelle. Nello specifico di Anora e The brutalist, il loro cammino trionfale affonda le radici nel tempo, per così dire. Sean Baker si è già portato a casa la Palma d'oro a Cannes nel 2024 mentre Corbet, a Venezia, il Leone d'argento per la regia.

Proprio per questo non è da escludere che la statuetta per il miglior film verrà attribuita ad Anora come già avvenuto ai Critics' choice, Indipendent spirit awards (dove ha vinto anche per la miglior regia) e PGA (Producers Guild of America Awards), mentre quella per la Miglior regia a The brutalist che ha primeggiato in questa categoria – e in quella per il miglior film – ai Golden Globe, che non avranno più il prestigio di un tempo ma riflettono bene la composizione sempre più internazionale della giuria dell'Academy e in un contesto non scontato come i BAFTA. Il British Academy Film Awards tende difatti a essere connotato da una certa “autarchia”. Non a caso, è stato Conclave quello eletto come Miglior film perché anche se diretto dall'austriaco Edward Berger è comunque una produzione in tutto e per tutto british.
E sempre i BAFTA hanno bellamente ignorato il sicuro vincitore dell'Oscar per il miglior film animato, Il robot selvaggio, per celebrare Wallace & Gromit: le piume della vendetta dell'autoctona Aardman.
Conclave è la variabile impazzita
Gli Oscar 2025 si prospettano drasticamente differenti da quelli dell'anno scorso in cui Oppenheimer di Christopher Nolan doveva necessariamente trionfare per una lunga serie di motivazioni, in primis commerciali e produttive, in quelle che erano le principali categorie delle tredici nomination per cui era in lizza.
In situazioni più frammentate e frammentarie come quella attuale, le statuette più importanti vengono spesso distribuite quasi “equamente” verrebbe da dire. Non escludiamo la suddivisione di cui sopra con Anora Best film e The brutalist con Best director. Che avrebbe senso specialmente nei termini di quello che Corbet è riuscito a fare con il suo monumentale e ipertrofico film impiegando un budget di poco inferiore ai dieci milioni di dollari.
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Tuttavia, proprio dai BAFTA e dai SAG Awards ci arrivano delle segnalazioni su delle variabili impazzite. La prima è proprio Conclave che, dopo essere uscito per un po' dai radar dei frontrunner da osservare con attenzione, ci è rientrato di prepotenza aggiudicandosi il BAFTA più ambito e quello per il Miglior cast d'insieme ai SAG Awards. Nessuno lo aveva previsto, eppure è successo. Tanto che adesso il thriller in salsa ecclesiastica si è improvvisamente trasformato in jolly che potrebbe creare un certo scompiglio al Dolby Theatre nel momento in cui verrà estratto dalla busta il foglio col vincitore del miglior film.
Nessuna sorpresa per attori e attrici protagonisti
Nelle quattro categorie che eleggeranno i migliori attori e attrici, fra protagonisti e non, tutto dovrebbe rispettare le previsioni. Forse, a voler essere onesti, l'unico sussulto potrebbe arrivare in quella maschile per il Miglior attore. Pare scontato che Adrien Brody, protagonista di The Brutalist, si porterà a casa il suo secondo Oscar a ventitré anni di distanza da quel Pianista che, quando aveva 29 anni, lo rese l’attore più giovane a vincere in quella categoria. Il SAG Award per la miglior performance maschile è però andato a Timothée Chalamet che in A complete unknown di James Mangold veste i panni del menestrello di Duluth Bob Dylan. Ribaltamento del risultato in vista? Improbabile. Variety ci ricorda che da quando esistono i premi del sindacato degli attori, istituiti nel 1994, nessun attore vincitore del solo SAG si è mai portato a casa l'Oscar. È semmai accaduto che in due occasioni, con Denzel Washington per Training Day nel 2002 e proprio con Brody nel 2003, a portarsi a casa la statuetta dorata fossero delle star che, ai SAG, erano state semmai ignorate.

Più dinamica la situazione per la Miglior attrice in cui dopo l'uscita di scena di Karla Sofía Gascón è diventato un gioco a due fra la Demi Moore di The Substance e la Fernanda Torres di I’m Still Here. Quest'ultima ha dalla sua il vantaggio di figurare nel cast di un film più “da Oscar” rispetto al body horror di Coralie Fargeat. I’m Still Here sta anche fra i nominati per il miglior film e per la migliore pellicola internazionale. IndieWire sottolinea inoltre una curiosa questione di eredità cinematografica. Fernanda Torres è la seconda attrice brasiliana a essere nominata in questa categoria. La prima, nel 1999, è stata sua madre Fernanda Montenegro per un altro film di Walter Salles, Central Station. Demi Moore ha però dalla sua la performance in una produzione che magari non sarà canonica per l'Academy – girano voci di giurati e giurate letteralmente disgustati da certi eccessi scenici di The Substance – la cui narrazione è stata interamente ed efficacemente costruita sul concetto di rivalsa professionale e artistica, di dimostrazione che forse negli anni in cui la sua celerità era allo zenith per film di certo non memorabili, avrebbe potuto fare di più se solo le fosse stata offerta l'opportunità di farlo. E va anche detto che The Substance è riuscito pure a incassare un bel gruzzolo, un ulteriore elemento che potrebbe aver suscitato simpatia negli animi della giuria dell'Academy, pur prescindendo dal disgusto di cui sopra.
Le previsioni per i non protagonisti e le sceneggiature
Per i non protagonisti, all'orizzonte non si avvistano tempeste improvvise. Zoe Saldaña (Emilia Perez) e Kieran Culkin (A real pain) vengono visti da tutti come i sicuri vincitori. Nelle ultime due categorie di quelle che, convenzionalmente, formano le Big Five, cioè le nomination per il Miglior film, regia, attore e attrice, tutto pare indicare che Anora di Sean Baker avrà la meglio fra le sceneggiature originali con Conclave di Edward Berger vincitore di quelle adattate. Il principale rivale di Anora potrebbe essere The Substance considerando che Coralie Fargeat ha vinto l'equivalente di questo premio a Cannes e ai Critics' Choice Award. Vale però la pena notare che, in entrambe circostanze, Sean Baker ha primeggiato come miglior film, quindi…
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Curiosamente, fra le cinque opere in gara per la sceneggiatura adattata, rispondono all'appello più lungometraggi in corsa anche per il miglior film rispetto alle sceneggiature originali: quattro contro tre. Conclave, che ha già ottenuto il Golden Globe, il BAFTA e il Critics' choice è il film da battere.
E ai film che hanno incassato di più?
Ed eccoci qua a citare ancora una volta Oppenheimer. L'anno scorso il biopic con Cillian Murphy ha tenuto banco agli Oscar dopo aver dominato, nel 2023, anche il box-office globale insieme a Barbie e al cartoon di Super Mario. Il film di Nolan è riuscito a intercettare l'interesse del pubblico, a diventare un fenomeno a tutto tondo, un crowd pleaser per certi versi anomalo. Agli Oscar 2025, al cinema pop l’unico riconoscimento nelle categorie principali potrebbe arrivare grazie a The Substance e alla prova attoriale di Demi Moore.

Film come Dune 2, Wicked parte 1, Alien: Romulus, Il gladiatore 2, Nosferatu e Inside Out 2 sono fuori dai giochi. Quelli fra i citati che concorrono anche in qualcuna delle big five non hanno nessuna possibilità effettiva di emergere. La stessa Pixar che con Inside Out 2 ha dato vita al maggior incasso cinematografico di sempre in materia di lungometraggi animati (senza considerare l'inflazione chiaramente) al 99,9% verrà battuta dal Robot selvaggio della DreamWorks Animation. Agli altri resteranno le briciole e neanche tutte. Da IndieWire a Variety, Lol Crawley, direttore della fotografia di The Brutalist, viene dato come vincitore della relativa categoria. Stesso discorso per Nick Emerson, montatore di Conclave. A dune 2 e Wicked parte 1 non resterà che suddividersi le statuette per i Miglior costumi, Make-up, effetti visivi e suono.