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Morte Mauro da Mantova, Cruciani: “Troppo tardi in ospedale, è morto senza accettare il Covid”

Giuseppe Cruciani parla a Fanpage.it della morte di Mauro Da Mantova, all’anagrafe Maurizio Buratti, storico ascoltatore de La Zanzara e convinto No Vax: “Non lo avresti convinto con nulla. Miserabile il dibattito sulle mie responsabilità nel volerlo in trasmissione”.
A cura di Andrea Parrella
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La pesante ondata di Covid-19 che sta caratterizzando gli ultimi giorni del 2021 è centrale nel dibattito pubblico, pesantemente segnato da singole storie come quella di Mauro da Mantova, al secolo Maurizio Buratti, storico ascoltatore del programma radiofonico La Zanzara morto nelle scorse per Covid. Un convinto No Vax che era intervenuto più volte nel programma condotto da Giuseppe Cruciani e David Parenzo, che nell'ultimo intervento aveva detto pubblicamente di essere in un supermercato con 38 di febbre, come racconta lo stesso Cruciani raggiunto al telefono da Fanpage.it: "Noi l'ultima volta lo abbiamo sentito in radio intorno alla fine di novembre, in quella famosa telefonata. Quella settimana lì è peggiorato e ho cercato di convincerlo ad andare in ospedale, perché non ci voleva andare".

Dopo quanti giorni ha deciso di andare in ospedale?

Con un amico medico alla fine ci siamo riusciti, ma dal momento in cui una persona è intubata, se non sei un parente non puoi avere notizie. Da fonti ospedaliere, sembrava che la situazione dopo tre settimane potesse migliorare, invece non è andata così. Stamattina i medici hanno confermato che è morto ieri sera intorno alle 22.00.

Che persona era?

Un tipo particolare, definirlo No Vax è anche riduttivo. Viveva in un mondo tutto suo fatto di complotti, potenti che controllano il mondo. Certe convinzioni con il Covid si sono rafforzate e convincerlo del contrario era praticamente impossibile, oltre al fatto che non fosse compito mio farlo.

Insomma, era un personaggio essenziale per le dinamiche del tuo programma radiofonico.

Andava a periodi. Inizialmente era uno straordinario interventista de La zanzara, ci faceva ridere con i suoi interventi, ma a un certo punto era diventato anche difficile da gestire, per quasi un anno non è intervenuto.

Come mai?

Spesso litigavamo perché lui era esagerato, non si capiva cosa dicesse, insultava Parenzo e anche me, dicendo che non lo lasciavo parlare abbastanza. Ci ha regalato anche momenti assurdi come la storia di Parenzo che fosse figlio di Riccardo Schicchi. Girava con queste due foto affiancate mostrando la somiglianza tra i due. Questo la dice lunga sul personaggio.

Hai detto di averlo sentito anche mentre era in ospedale, lì sembrava essersi convinto?

È molto probabile che non abbia accettato il Covid nemmeno nei suoi ultimi giorni di vita. Era convinto fino alla fine che i tamponi non servissero, che con i tamponi gli mettessero il Covid nel naso. Se fosse andato al primo colpo di tosse in ospedale, forse staremmo parlando di un'altra storia.

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In queste ore si parla inevitabilmente della vostra responsabilità nell'avergli dato spazio. Che idea ti sei fatto?

Ritengo miserabile il dibattito su cosa avrei potuto fare io per le eventuali responsabilità nell'avere contribuito a creare il personaggio Mauro, certe cose mi scivolano addosso. Io non l'ho invitato né a vaccinarsi né a non farlo perché non è compito mio, inoltre ribadisco che sarebbe stato impossibile. Tanti amici del nostro gruppo di ascolto hanno provato a convincerlo e lui non ne voleva nemmeno sapere.

Pensi che alla fine la storia di Mauro da Mantova avrà un'utilità?

David Parenzo ha sostenuto che lui sia l'esempio vivente di come vaccinarsi abbia un senso, lo ha sempre ritenuto un grande spot per la vaccinazione. Forse ha ragione lui, può darsi che davanti a questa notizia ci siano persone che si spaventano e corrano a vaccinarsi. Mauro non era un No Vax che va in piazza, non è uno di quelli che crea i gruppi su Telegram, era un pensionato che passava tutto il giorno davanti alla Tv incazzandosi a vedere i dibattiti televisivi, pensando che fossero tutti corrotti, dai medici a Draghi, a quelli del PD. Ogni giorno le sue idee si rafforzavano.

Hai parlato del fatto che foste arrivati fino alle soglie del tribunale con lui, cos'era successo?

Ho scritto che siamo arrivati a insultarci fino alle soglie del tribunale anche per restituire l'idea dei nostri rapporti in questi anni. David Parenzo lo aveva querelato per un suo intervento in una rete locale veneta in cui aveva detto frasi molto pesanti contro di lui. Ovviamente la querela era a scopo dimostrativo, non per togliergli dei soldi. Tant'è vero che poi ha deciso di ritirare tutto, come ha detto pubblicamente.

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