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Eurovision Song Contest 2023

Mahmood canta Imagine: una preghiera in tempi di guerra davanti all’Europa in ginocchio

Mahmood più che cantato, ha sussurrato Imagine di John Lennon all’Eurovision 2023 come fosse una preghiera, in una Liverpool Arena con l’Europa in ginocchio. Un tempo di guerra che tarda ad esaurirsi e la voglia di immaginare un mondo senza confini né religioni, nulla per cui uccidere o morire.
A cura di Eleonora D'Amore
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Ore 23.45, Mahmood sale sul palco dell'Eurovision 2023. Qualcosa accade. Conoscendo la potenza della sua voce e la capacità scenica, ci si aspettava che l'esibizione sulle note di Imagine fosse da boato. E invece no. Il cantante sale sul palco e sussurra la prima strofa, resta immobile per tutto il tempo, un'orchestra con gli archi a coprirgli le spalle.

L'occhio vitreo nello sguardo di chi sta interpretando uno dei brani più intensi della discografia mondiale, raccogliendo il testimone da John Lennon in un momento storico tutt'altro che slegato dal testo. Davanti all'Europa con le mani giunte, Mahmood continua a cantarla come fosse una preghiera, stretto nell'abbraccio partito dalle ultime file della Liverpool Arena e propagatosi già sulla prima nota. Tante le bandiere che le varie delegazioni hanno iniziato a sventolare in segno di unione, con le mani al cielo e la voce strozzata. Il fumo sul palco a restituire l'incertezza, questo continuo navigare a vista, e migliaia di luci che hanno iniziato a brillare in segno di speranza.

C'è però chi non ha compreso a pieno la performance, considerandola un po' bastante e sottotono. Eppure è sembrata un toccante appello all'umanità, una scelta profondamente voluta, quasi a suggerire un silenzioso rispetto in questo tempo di guerra. Più emozionato di quando lo scorso anno aveva partecipato con Brividi, tornando con un voto basso in pagella,  Mahmood ha dato prova di reggere il palco con un carico emotivo e di responsabilità maggiore.

Arrivato dopo il boato generato dalle Due vite di Marco Mengoni, è riuscito a tenere tutti al buio per due minuti, fino a quando gli occhi si sono riaperti. Una platea di sognatori, ma nemmeno gli unici a leggere bene commenti e condivisioni sui social.  Nel 1980, Lennon confessò che per scrivere Imagine aveva preso spunto da un libro di preghiere che era stato regalato a lui e Yoko Ono, musa a sua volta con alcune poesie. Ne venne fuori un mondo senza più religioni, nazioni, o identità politiche, un mondo unico per tutti. Concetto perfettamente amplificato nel canto dimesso di Mahmood, sacerdote di pace davanti all'Europa in ginocchio.

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Casertana di origine, napoletana di adozione. Laureata in Lingue e Letterature Straniere all'Università L'Orientale di Napoli, sono Caposervizio dell'area spettacolo a Fanpage.it dal 2010, anno in cui il giornale è nato. Cinefila e appassionata di tv, nel tempo libero mi alleno a supportare un cognome impegnativo. 
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