Instagram, Fedez, Ferragni e Rosa Chemical a Sanremo, l’Agcom pronta ad aprire un’istruttoria
Come la redazione di Fanpage.it aveva ampiamente anticipato, sollevando il caso in conferenza stampa, anche l'Agcom sta valutando l'apertura di un'istruttoria per la pubblicità occulta a Instagram durante le cinque prime serate del Festival di Sanremo 2023. C'è ancora massima riservatezza, ma sembra sempre più probabile l'apertura di un'istruttoria, si legge sul Corriere della Sera. Non solo la presenza massiccia di riferimenti a Instagram, ma anche la violazione delle norme a difesa dei minori per i comportamenti tenuti dai cantanti Fedez e Rosa Chemical, così come dalla distruzione delle rose da parte di Blanco.
Il caso Instagram a Sanremo
Il caso è aperto anche in relazione alla normativa sul divieto di pubblicità occulta. Il social network Instagram, di proprietà del gruppo Meta, lo stesso gruppo che detiene anche Facebook, avrebbe ottenuto una visibilità enorme: Amadeus ha aperto un profilo in diretta aiutata da Chiara Ferragni. Numerose dirette Instagram sono state realizzate durante la messa in onda. A Fanpage.it, il consigliere d'amministrazione Riccardo Laganà aveva descritto questo Sanremo come "schiacciato tra due poli ingombranti, la direzione artistica e la presenza di Ferragn e Fedez. Ho chiesto di ristabilire un presidio editoriale sulla prossima edizione del Festival di Sanremo, perché per come è stata gestita quella attuale, qualcosa è evidentemente sfuggito di mano".
Le parole di Massimiliano Capitaino
Massimiliano Capitaino, uno dei commissari AgCom, è stato ascoltato in anteprima da Fanpage.it soltanto pochi giorni fa: "Se c’è un accordo tra Instagram e Chiara Ferragni è stato violato il patto tra azienda pubblica e utente. Di fatto è stata un’autopromozione che invitava gli spettatori a seguire dei profili". E su cosa rischiano: "Da regolamento AgCom possiamo applicare sanzioni 10.329 euro a 258.228 euro".
Gli scenari possibili
Il prossimo consiglio, che riunirà tra due settimane, deciderà come muoversi, se valutare l'archiviazione oppure di procedere. A questo punto si aprirebbero due scenari differenti. Se l'istruttoria dovesse provare l'esistenza di un contratto tra Meta e la Rai, allora l'azienda dovrebbe rispondere di pubblicità occulta e del fatto di non averlo segnalato adeguatamente ai telespettatori. Se invece il contratto non ci fosse, il problema sarebbe semmai che l'azienda non avrebbe incassato nulla. Ci sarebbe quindi un mancato introito e un danno erariale. È presto per arrivare a questo tipo di conclusioni, ma i fari sono accesi.