Il trionfo di “Coda – I segni del cuore” agli Oscar 2022, l’incomprensibile vittoria di un remake
Cerimonia tanto politicamente corretta quanto sbagliatissima, anzichenò. Se non fossimo tutti troppo presi a commentare il controverso ceffone a Chris Rock con cui Will Smith ha speziato la cerimonia al sapore di Male, saremmo piuttosto sconfortati dalle statuette assegnate. No, il fatto che il nostro Paolo Sorrentino non abbia bissato non c’entra.
C’entra, piuttosto, la mano sinistra, non certo di Dio, con cui molti premi sono stati assegnati. Su tutti, vi forniamo questo fulgido esempio di ferale miopia: come ha fatto un remake di un film francese del 2014 a portarsi a casa l’Oscar per il Miglior Film, anno del Signore 2022? Sì, stiamo parlando di CODA – I segni del cuore. Che si è visto regalare, bontà dell’Academy, anche la statuetta per la Migliore Sceneggiatura Originale, lo ribadiamo, pur essendo in cosplay. E qui andiamo a proporvi la realtà dei fatti per come, con ogni probabilità, tra una lacrimuccia di commozione aspersa di là e l’altra di qua, non l’avete ancora sentita.
Manco fosse Parasite. Tre premi Oscar su altrettante nomination per questo copiaeincolla americano girato da Sian Heder che si è lasciata “liberamente ispirare” da un lungometraggio dei nostri cugini d’oltralpe, dal titolo La Famiglia Bélier. La storia non è che somigli, è clamorosamente proprio la stessa: due genitori non udenti vivono insieme alla figlia nata con tutti e cinque i sensi, più una poderosa voce da cantante in erba. Ruby, questo il nome della ragazza protagonista nel film a stelle e strisce, non saprebbe come vivere lontano dal suo caotico parentado sordomuto. Ma, allo stesso tempo, il maestro di canto la incoraggia ad affrancarsi dal Massachusetts per andare a studiare in un’importante scuola di Parigi. Pardon, alla Berklee.
Quella che tutti stanno spacciando per differenza “sostanziale” tra i due film è che gli attori che interpretano i genitori in questo CODA siano effettivamente sordomuti dalla nascita, mentre quelli dell'originale non lo erano. Il fatto che si siano appassionati alla recitazione nonostante il loro handicap e che abbiano regalato al pubblico performance magistrali e commoventi con il solo ausilio delle loro stesse mani, non si discute. A maggior ragione, meritatissimo l’Oscar per il Miglior Attore non Protagonista allo stesso Troy Kotsur. Ma, onestamente, il prodigio termina qui.
È come se un po’ tutti, Academy compresa, si fossero lasciati sdilinquire dall’operato del pur bravo Troy, scegliendo di ignorare consapevolmente, la realtà. Ovvero sia che il film era, questa volta sì, “sostanzialmente”, già stato girato, scritto e recitato. Al netto di qualche differenza di sceneggiatura, scena più scena meno, che però definire “sostanziale” sarebbe dalle parti del criminoso. Quello stesso racconto, pur essendo passato in sordina nelle sale italiane, aveva già emozionato i cuori di molti. Non conosciamo, certo, il corrispettivo francese dell’italica espressione: “Ma che davero davero?”. Però, riusciamo a sentirne l’eco.
Insomma, al netto della storia commovente e della fantastica impresa umana di Kotsur, che senso ha far trionfare come Miglior Film (e pure Sceneggiatura Originale) un remake? Torniamo, dunque, alla domanda iniziale. Senza, purtroppo, poter fornirvi risposta. Più inspiegabile di Will Smith che sceglie di suicidarsi la carriera in un tripudio di schiaffi e schiamazzi che aveva dei carichi pendenti, c’è solo il trionfo di Coda – I segni del Cuore a questi surreali Oscar 2022. Comunque, se vi va, La famiglia Bélier vi aspetta, gridando vendetta, su Prime Video. Tanto, oramai, les jeux sont faits.