Il testo e il significato di Io sono Francesco, la canzone di Tricarico nella serata cover di Sanremo
![Francesco Gabbani e Francesco Tricarico](https://staticfanpage.akamaized.net/wp-content/uploads/sites/25/2025/02/gabbani-tricarico-1200x675.jpg)
Francesco Tricarico è l'ospite di Francesco Gabbani – in gara tra i Big con Viva la vita – nella serata delle cover e dei duetti di venerdì 14 febbraio. I due si esibiranno sulla canzone più famosa di Tricarico, ovvero Io sono Francesco, che segnò l'esordio del cantautore nel 2000. La canzone fu un vero e proprio tormentone, pure per quella parolaccia presente nel testo (put*ana, ndr) e rivolta alla maestra, lo sfogo di un bambino contro il muro di gomma degli adulti. "Sono davvero molto felice di poter condividere il palco con Francesco Tricarico, un cantautore che stimo profondamente – ha spiegato Francesco Gabbani -. Le sue canzoni meritano di essere riscoperte, perché ha il raro talento di raccontare storie complesse con una straordinaria semplicità, che permette a chi le ascolta di interpretarle su più livelli. Penso che ‘Io sono Francesco' affronti un tema di grande profondità, legato alla ricerca dell’identità e alla rivalsa personale" ha detto Gabbani spiegandone la scelta.
Il testo di Io sono Francesco di Tricarico
Buongiorno buongiorno io sono Francesco
Io ero un bambino che rideva sempre
Ma un giorno la maestra dice oggi c'è il tema
Oggi fate il tema, il tema sul papà
Io penso è uno scherzo sorrido e mi alzo
Le vado lì vicino ero contento
Le dico non ricordo mio padre è morto presto
Avevo solo tre anni non ricordo non ricordo
Lei sa cosa mi dice neanche mi guardava
Beveva il cappuccino non so con chi parlava
Dice qualche cosa qualcosa ti avran detto
Ora vai a posto e lo fai come tutti gli altri
Puttana puttana, puttana la maestra
Puttana puttana, puttana la maestra
Io sono andato al posto ricordo il foglio bianco
Bianco come un vuoto per vent'anni nel cervello
E poi ho pianto non so per quanto ho pianto
Su quel foglio bianco io non so per quanto ho pianto
Brilla brilla la scintilla brilla in fondo al mare
Venite bambini venite bambine e non lasciatela annegare
Prendetele la mano e portatela via lontano
E datele i baci e datele carezze e datele tutte le energie
Cadono le stelle è buio e non ci vedo e la primavera
È come l'inverno il tempo non esiste neanche l'acqua del mare
E l'aria io non riesco a respirare
E a dodici anni ero quasi morto
Ero in ospedale non mangiavo più niente
E poi pulivo i bagni, i vetri e i pavimenti
Per sei sette anni seicento metri quadri
Tadana tadadana
Tanananana Tananana
E il mio capo il mio capo mi ha salvato
Lì ci sono giochi se vuoi puoi giocare il padre è solo un uomo
E gli uomini son tanti scegli il migliore seguilo e impara
Buongiorno buongiorno io sono Francesco
Questa mattina mi sono svegliato presto
In fondo in quel vuoto io ho inventato un mondo
Sorrido prendo un foglio scrivo viva Francesco
Brilla brilla la scintilla brilla in fondo al mare
Venite bambini venite bambine e non lasciatela annegare
Prendetele la mano e portatela via lontano
E datele i baci e datele carezze e datele tutte le energie
Venite bambini venite bambine
E ditele che il mondo può essere diverso
Tutto può cambiare la vita può cambiare
E può diventare come la vorrai inventare
Ditele che il sole nascerà anche d'inverno
Che la notte non esiste guarda la luna
Ditele che la notte è una bugia
Che il sole c'è anche c'è anche la sera
Il significato della canzone Io sono Francesco
La canzone di Tricarico racconta un episodio autobiografico, ovvero di quella volta che la maestra chiese agli alunni di scrivere un tema sul loro padre, ma Tricarico lo aveva perso a 3 anni, così, ingenuamente, le chiese se fosse uno scherzo e lei gli rispose di scrivere quello che gli avevano raccontato. Un evento che segnò in maniera traumatica il bambino che si sfoga con quel famoso "put*ana, put*ana, put*ana la maestra". Ma la canzone prosegue con veris che raccontano come un padre possa essere anche quello non biologico: "il padre è solo un uomo e gli uomini son tanti scegli il migliore seguilo e impara". "È una canzone che ci invita a trasformare le difficoltà in opportunità – dice sempre Gabbani, parlando della canzone -, un cammino che ci aiuta a trovare l'universalità anche nelle esperienze più intime. In un certo senso, credo che questo brano si colleghi al tema della canzone che porto in gara, creando un filo invisibile che le unisce, poiché entrambe parlano dell’accettazione del senso della vita".
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