Dopo l'intervista al Fatto Quotidiano, qualcosa sembra essersi mosso ma solo per mettersi di traverso. Beppe Vessicchio aveva annunciato la battaglia legale con la Rai per i diritti connessi: diritti di registrazione, replica, rifacimento dal vivo, lo sfruttamento in qualsiasi forma delle sue opere (e sono tante, tra queste tutte le musiche de "La prova del cuoco"). Da quel momento, la Rai ha tolto ogni contratto al direttore d'orchestra, che era già stato scritturato per "Le parole della settimana" di Massimo Gramellini e il Festival di Sanremo di Amadeus.
Beppe Vessicchio aveva parlato apertamente di "clausola deterrente". Una condizione che sarebbe comune a molti artisti e che potrebbe aprire un clamoroso precedente, un tappo pronto a saltare: "Un vaso di Pandora", questa l'espressione utilizzata da Beppe Vessicchio nel corso dell'intervista al Fatto Quotidiano. Sarebbero tanti gli artisti e autori che hanno diritti connessi mai corrisposti. E adesso? Ci perdiamo il Maestro a Sanremo? Ma non c'è Festival senza uno come lui, questo sia chiaro a tutti. Questa è una stagione simbolicamente importante per lui, data la perdita di un amico d'arte come Gino Cogliandro, che lo sostituì nei Trettrè proprio per permettergli di dedicarsi alla carriera musicale.
Giù le mani da Beppe Vessicchio
La regola rigida della Rai prevede che chi ha un contenzioso legale in corso con l'azienda di Viale Mazzini non può essere scritturato. Beppe Vessicchio è l'anima del Festival di Sanremo, un simbolo e un vanto per il servizio pubblico. È un grande artista, oltre che un personaggio a tutto tondo. È sbagliato considerarlo fuori dal Festival, che arriverà alla sua settantatreesima edizione, soltanto per una diatriba legale. Le ragioni non sono da analizzare in questa sede, ma qualcuno faccia un passo indietro e ci lasci ascoltare ancora una volta: "Dirige l'orchestra, il Maestro Beppe Vessicchio".