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Festival di Sanremo 2022

Giovanni Truppi ha vinto il Premio Lunezia per il brano presentato al Festival di Sanremo 2022

Giovanni Truppi ha vinto il Premio Lunezia per il brano “Tuo padre, mia madre, Lucia” con questa motivazione: “Componimento raffinato e originale, dotato di peculiarità proprie che lo differenziano dalle ordinarie narrazioni di storie d’amore”.
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Giovanni Truppi è il primo a essere premiato al Festival di Sanremo 2022. Il brano "Tuo padre, mia madre, Lucia", che esordirà in scaletta nella seconda serata, ha vinto il Premio Lunezia, tradizionale riconoscimento che viene assegnato a poche ore dall'inizio del Festival. Ad annunciare la scelta è stato Stefano De Martino, patron della rassegna battezzata 26 anni fa da Fernanda Pivano e Fabrizio De André. Oltre al Patron Stefano De Martino, i portavoce della Commissione Lunezia sono Dario Salvatori, Mariella Nava, i direttori artistici Loredana D'Anghera, Beppe Stanco, Roberto Benvenuto, Marina Pratici e la giornalista Selene Pascasi.

Le motivazioni del premio

Il “Premio Lunezia per Sanremo 2022” va a Giovanni Truppi per il brano “Tuo padre, mia madre, Lucia”: "Componimento raffinato e originale, dotato di peculiarità proprie che lo differenziano dalle ordinarie narrazioni di storie d’amore" afferma il Patron De Martino, a cui fa seguito la motivazione del critico musicale Dario Salvatori (membro Commissione del Premio Lunezia): "Merita il Premio Lunezia per la capacità di raccontare un'Italia solo apparentemente minore e perfettamente contemporanea. Dimostrando che è possibile essere un artista indipendente anche a quarant'anni. Anche al Festival di Sanremo".

Il testo di Tuo padre, mia madre, Lucia

Il brano di Giovanni Truppi "Tuo padre, mia madre, Lucia”, è stato scritto da Giovanni Truppi con Marco Buccelli, Niccolò Contessa e Pacifico con le musiche di Giovanni Truppi, Marco Buccelli e Giovanni Pallotti; prodotto da Marco Buccelli e Taketo Gohara. Sarà incluso nell’album “Tutto l’universo” in uscita il 4 febbraio.

Quando ti ho incontrata per la prima volta
Ad una cena di sconosciuti in un bar di Torino
Senza pensarci, d’istinto, ti ho guardato la mano
Per vedere se fossi sposata.
Brillano le teste e scintillano le stelle
Corrono corrono corrono, gli occhi si chiudono gli attimi cadono
Dimmi se sei triste, dove andiamo, che ci faccio qui.
…O siamo sempre stati qui?
E quando le cose tra di noi non vanno lisce
e sono malinconico o preoccupato
Ripenso a quel momento e mi fido di lui,
E anche se a volte litighiamo solo per la paura di metterci a letto
lo so che per quello che vogliamo fare noi un per cento
È amore e tutto il resto è stringere i denti.
E se domani tuo padre, mia madre o Lucia
Ascolteranno queste parole
Si chiederanno, come mi chiedo anch’io, se questo è un amore
Risponderò come rispondo anche a me
Che
Amarti è credere che
Che quello che sarò sarà con te.
E adesso che conosco anche la tua amarezza
E il buio senza parole in cui sei nuda di rabbia
Io ti volevo dire che la mia anima ti vuole
Ed il mio cuore pure
E che le mie fantasie si scaldano al pensiero del tuo fiato.
Brillano le teste e scintillano le stelle
Toccami la faccia e non farmi fare niente
Stringimi più forte e fammi dire un’altra volta sì.
E se domani tuo padre, mia madre o Lucia
Ascolteranno queste parole
Si chiederanno, come mi chiedo anch’io, se questo è un amore
Risponderò come rispondo anche a me
Che Amarti è credere che
Che quello che sarò sarà con te.
Amore mio, per vivere facciamo mille cose stupide
Lo sai, per sopravvivere, semplifichiamo il più possibile.
Ma cosa c’è di semplice?
Amore mio
Che ridere.
E se domani tuo padre, mia madre o Lucia
Ascolteranno queste parole
Si chiederanno, come mi chiedo anch’io, se questo è un amore
Risponderò come rispondo anche a me
Che
Amarti è credere che
Che quello che sarò sarà con te.
Sto camminando verso di te
Ti vedo all’incrocio, mi fermo a guardarti
E aspetto l’attimo in cui
Ti girerai e mi sorriderai vedendomi arrivare.

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