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Giorgia a Sanremo: “Per chi fa il tifo mio figlio quest’anno? Non ha nominato me”

Nel presentare il brano “La cura per me”, con cui sarà in gara a Sanremo, Giorgia ha scherzato ancora sui pronostici di suo figlio, che due anni fa aveva detto di fare il tifo per Lazza: “Ha preteso di ascoltare la canzone e ha detto: ‘Quest’anno è meglio'”.
A cura di Andrea Parrella
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Tornerà ancora una volta al Festival di Sanremo 2025, Giorgia, in gara il prossimo febbraio con "La cura per me". Canzone scritta da Blanco e Michelangeloinsieme a lei, che ha convinto Carlo Conti per la prossima edizione del festival. Nelle scorse ore Giorgia ha presentato alla stampa la sua canzone, raccontando il processo creativo e le varie curiosità dietro a questa nuova esperienza sanremese, che arriva a 2 anni dal ritorno nel 2023.

Giorgia e il pronostico di suo figlio per Sanremo

Proprio in quell'occasione, Giorgia aveva scherzato raccontando che il figlio per l'edizione 2023 aveva detto di fare il tifo per Lazza, l'artista che quell'anno si classificò al secondo posto in classifica. In vista di questa nuova avventura, ha raccontato Giorgia, il figlio Samuel “ha preteso di ascoltare la canzone. Il suo commento è stato: ‘Quest’anno meglio’”. Non è ancora chiaro, però, chi sarà il suo artista preferito: “Certo non ha nominato me…”, conclude ironicamente Giorgia.

Giorgia ha chiarito che nella sua canzone non c'è nessun riferimento a "La cura" di Franco Battiato, equivoco che potrebbe nascere dal titolo, per poi aggiungere: “Questa canzone ha quello che sono e, al contempo, quello che vorrei essere. Mette insieme le due cose”, racconta la cantante. “Il testo che ha scritto Blanco – prosegue – lo sento molto mio. Avrei voluto scriverlo io. Nella parte musicale ho trovato delle armonie e una melodia molto più classiche del previsto. La strofa è contemporanea ma l’inciso ha un sapore anni 90”.

"La cura per me", la canzone di Giorgia

Giorgia ha quindi chiarito cosa sia una “cura” per lei: “Le cose che mi fanno stare bene sono quelle piccoline: tornare a casa e stare con i gatti addosso o aiutare mio figlio a fare i compiti. Viviamo una realtà che ho creduto si potesse cambiare tante volte, ho vissuto dei momenti di impegno sociale sperando che l’essere umano sarebbe poi riuscito ad andare nella direzione giusta… però vedo che c’è l’intenzione di ripetere errori del passato. Questo mi butta giù. Ma quando hai un figlio e sei a contatto con una generazione nuova, capisci che non puoi neanche lasciarti andare a quest’amarezza: devi trovare il buono”.

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