Gianluca Grignani vero rocker a Sanremo: al Festival si riprende pubblico e successo
Grignani che chiede al pubblico di Sanremo di cantare. Grignani che a un certo punto se ne frega delle convenzioni, scende tra il pubblico e quasi esce dal Teatro Ariston e se ne va perché pure quello è rock, abbattere il pregiudizio e fregarsene di ciò che ci si aspetta che tu debba fare. Grignani, il ragazzo d'oro della musica italiana. Grignani che si è perso. Grignani che aveva una carriera enorme davanti e poi… poi gestire quel successo enorme è un casino e quindi poi non riesci a bissarlo. Ma Grignani ha dalla sua parte un bel po' di canzoni che sono incise nel muro della musica contemporanea italiana.
E a questo punto entra in gioco Irama che decide di fare una cosa che qualcuno giudica quasi folle: lo porta a Sanremo a cantare "La mia storia tra le dita", forse il suo successo più amato, di certo quello di maggiore successo. E ci vuole poco perché girino voci di litigi, di dissidi tra i due, ma forse a parlare è la storia di Grignani, non proprio il più accomodante, di certo un talento. Irama, quindi, si prende questa responsabilità, lui che al festival viene a rivendicare quello che aveva perso nel 2022 a causa del Covid.
Partono rock, ma comunque vicini, composti – più o meno – finché la situazione deflagra, Grignani decide che una volta che è lì è giusto prendersi tutto, il pubblico e il suo abbraccio. Sa che con quella canzone può farlo. Come un calciatore che chiede l'aiuto del pubblico, chiama il karaoke, smette di cantare, scende tra il pubblico, come Bono, ma senza Merola ad attenderlo, lui è Bono e Merola insieme, è spettacolo puro, rock, disturbante, conturbante, anche Irama non sa quello che deve fare, quindi decide di assecondarlo, urla "Gianluca", Sanremo smette di essere Sanremo per qualche secondo, diventa un palco traballante in un club fumoso. Al punto che anche Amadeus dice e non dice. Dice e non dice che gli piacerebbe averlo ancora su quel palco, non è il momento, ma si spera che arriverà.
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