Geolier fischiato a Sanremo per aver scippato la vittoria ad Angelina Mango e ad almeno quattro-cinque artisti molto meglio di lui – in ordine sparso: Mahmood, Amoroso, Santi Francesi, BigMama, Alfa, Diodato – è stato qualcosa di poco elegante, ma il Festival è anche questo. Le colpe non sono certamente dell'artista napoletano e dei sodali che ha portato sul palco, ma sono di un uomo che per questa kermesse è stato al tempo stesso croce e delizia. Parlo di Amadeus e vi spiego perché di questo Sanremo ne è stato soprattutto la croce.
Amadeus si inserisce nel 2020, un anno dopo la clamorosa vittoria di Mahmood contro Ultimo che fa indignare questo disgraziato paese e la politica tutta, al tempo a trazione giallo-verde. Matteo Salvini twittava il suo sconcerto contro lo scippo agli italiani (lasciò intendere di non sapere, tra le altre cose, che Mahmood fosse italiano), Luigi Di Maio, da vicepremier in carica (a pensarci oggi, mi viene da piangere), chiedeva a gran voce l'eliminazione della giuria di qualità in ragione del televoto. E fu esattamente questa la prima mossa di Amadeus, quella che di fatto gli ha concesso di stravolgere e stravincere, tirando fuori una hit dopo l'altra e polverizzando tutti i record, entrando di fatto nella storia del Festival di Sanremo.
Ora: che cosa succede quando un artista estremamente popolare come Geolier, amatissimo dai minorenni valdostani quanto quelli nati a Lampedusa, accostato a Diego Armando Maradona nella sua bella Napoli, un popolo che si sta riunendo, sui social come nelle case, per fare gruppi di voto in favore del suo ragazzo d'oro, si presenta nella serata delle cover con un medley che rappresenta il meglio della sua scena? Vince, ovviamente. Ma qual è l'emozione che Geolier, insieme a Luché, Gue e Gigi D'Alessio, ha rappresentato su quel palco se non quella di un mondo che vuole che Geolier vinca solo perché si chiama Geolier. Può il televoto – e quindi la pancia del paese, la sua colonscopia – assegnare una serata così importante quando nel corso della serata abbiamo assistito all'incredibile omaggio di Angelina Mango a suo padre?
Questa è la colpa di Amadeus. Senza una giuria degli esperti, senza una giuria di qualità, non è più Sanremo ma Festivalbar. L'ho ripetuto spesso, anno dopo anno, perché puntualmente si è verificato un torto in spregio della musica. Quella d'accademia. Quella vera.