Fred De Palma a Sanremo 2024: “È una canzone dedicata a una donna, ma anche alla mia coscienza”
Fred De Palma, nome d'arte di Federico Palana, arriva al Festival di Sanremo 2024 con il brano Il cielo non ci vuole. Si tratta della prima partecipazione come concorrente Big al Festival di Sanremo, con una canzone scritta insieme a Jacopo Ettore e J. Boverod. La prima, e ultima fino ad ora, apparizione di Fred De Palma sul palco di Sanremo, risale al 2016, quando insieme a Patty Pravo, reinterpretò uno dei manifesti musicali degli anni 70: Tutt'al più. L'orchestra durante la sua esibizione sarà diretta dal maestro Valeriano Chiaravalle. Qui l'intervista a Fred De Palma.
Come stai vivendo le ore prima del Festival di Sanremo?
Affrontando la montagna russa emotiva. Sono giorni in cui mi sveglio e dico spacco tutto, mentre ci sono giorni in cui mi sveglio e ho un pochino d'ansia. Devo dire che secondo me è una cosa abbastanza sana e giusta viversela così.
Sono passati 8 anni dalla tua prima apparizione con Patty Pravo.
Dal 2016 a oggi la mia vita è cambiata radicalmente. Però credo che, in tutti questi anni, sono riuscito a rimanere me stesso, a tenere sempre i piedi per terra. Non so come ho fatto, però credo che questa cosa sia anche una forza. Voglio salire sul palco consapevole di quello che devo fare.
Come sei arrivato a Il cielo non ci vuole?
La canzone non è stata scritta per Sanremo. Io stavo facendo delle session e sono andato in Warner a far sentire i brani. Quando è finita questa canzone, istantaneamente il presidente l'ha inviata ad Amadeus davanti ai presenti. La canzone è piaciuta molto ad Amadeus e da lì fino all'11 dicembre io non sapevo niente. Diciamo che la storia dietro la mia partecipazione è un po' questa. Sono molto felice di essere lì con questo brano perché è un brano che mi rappresenta al 100%.
Una canzone in cui si esprime una certa consapevolezza, anche emotiva.
È una canzone consapevole, nel senso che è stata scritta in un momento della mia vita, in cui mi sono reso conto di tante cose e quindi ho iniziato a fare anche autoanalisi. E questa canzone in realtà ha due chiavi di lettura: perché quello che può sembrare una canzone dedicata a una donna, in realtà, allo stesso tempo la donna in questione è anche la mia coscienza. È come se fosse un discorso che io faccio con me stesso, e dico che devo imparare a stare bene pure quando tutto va male e che i rimpianti alla fine servono soltanto ad affossare me. Dico anche che devo pensare sempre che c'è una via d'uscita.
Nell'intervista per l'uscita di Unico, parlasti di voler aprire un nuovo percorso nella musica italiana. Tre anni dopo, arrivi al Festival di Sanremo.
Credo che il mio percorso mi abbia portato qua, che mi abbia portato a essere veramente più consapevole di quello che è la mia musica e di quello che sono io. Credo che tutto ciò abbia creato questa canzone.
Ritorniamo a Torino, agli Eiffel 65, che hai voluto sul palco durante la serata cover. Che cosa significano per te?
Gli Eiffel 65 sono stati un gruppo molto importante per la mia adolescenza, perché mi hanno fatto avvicinare alla musica. Ho iniziato a sentire delle canzoni che comunque parlavano la mia lingua, addirittura prima del rap. Portarli a Sanremo per me era un po' come portare sul palco le mie radici, qualcosa che avesse veramente un valore importante per me e per la mia vita, anche artistica. Ho pensato che loro potessero essere la scelta giusta, infatti sono molto contento che abbiano accettato di venire con me.