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Festival di Sanremo 2022

Drusilla Foer a Sanremo 2022, il vescovo: “È un personaggio teatrale, ogni polemica è forzata”

Il vescovo di Sanremo approva la presenza di Drusilla Foer a Sanremo 2022, invitando a non sollevare polemiche inutili sulla questione. “È un gioco teatrale”, spiega mons. Suetta. “Anche i Maneskin si vestono tutti da donna”.
A cura di Giulia Turco
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(Drusilla Foer, via Instagram, foto di Serena Gallorini).
(Drusilla Foer, via Instagram, foto di Serena Gallorini).
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La presenza di Drusilla Foer sul palco di Sanremo 2022 sta già facendo discutere. A poche ore dall’annuncio delle cinque donne che affiancheranno Amadeus, è la nobildonna fiorentina la vera protagonista di questo pre Festival. Dopo le parole dei senatore Pillon che si è indirettamente detto contrario alla scelta di una co-conduzione en travesti, a definirsi è entusiasta è il vescovo di Sanremo che ha dato la sua “benedizione” all’artista fiorentina.

Drusilla Foer come la signora Coriandoli

“Non conosco nel dettaglio l’uomo che sta dietro a Drusilla, ma francamente polemizzare con questa scelta mi sembrerebbe una forzatura”, ha fatto sapere all’Adnkronos mons. Antonio Suetta. “Conosco la signora Coriandoli e penso che Drusilla in fondo sarà un po’ come il personaggio simpatico e a me più conosciuto”, ha detto a proposito della “signora” di Maurizio Ferrini. “Non è detto che faccia propaganda ideologica”, ha sottolineato il vescovo, “ci sono tanti artisti che si travestono senza per questo fare passare un messaggio gender”.

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Eccessivo polemizzare su Drusilla

Secondo Vladimir Luxuria la presenza di Drusilla potrebbe aprire le porte ad una futura conduzione transgender al Festival. “Mi pare eccessiva quanto tirata questa lettura”, commenta il vescovo di Sanremo , secondo il quale “appartenendo al mondo del teatro e dell’arte, non mi pare che abbia una connotazione ideologica o di propaganda”. Bisognerebbe conoscere le intenzioni di chi l’ha voluta certo, per capire se la sua presenza abbia un nesso, ad esempio, con l’affossamento del ddl Zan"Credo che il discorso non abbia proporzione, aggiunge il vescovo Suetta, perché mentre il ddl Zan si riferisce alla vita concreta di persone [..] qui si tratta semplicemente di una finzione artistica. Il vescovo porta l'esempio dei vincitori della passata edizione di Sanremo: "Pensiamo ai Maneskin: sono quasi tutti vestiti da donna ma non sono portatori di questo tipo di messaggio. È un gioco teatrale anche simpatico".

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