Cate Blanchett a Venezia 2022: “Le molestie non sono una questione di genere”
Cate Blanchett presenta a Venezia il film “Tàr”, un’opera che segna il ritorno alla regia di Todd Field dopo 16 anni di silenzio. La pellicola, che celebra la maestosa bravura dell’attrice, è il racconto crudo dell’abuso e della pressione sottile, e a tratti seducente, che una personalità carismatica assurta a una posizione di potere diventa in grado di esercitare. Protagonista del film è Lydia Tàr, geniale direttrice d’orchestra che dimostrando doti musicali straordinarie riesce a imporsi in un ambiente fortemente maschilista per poi superare un limite per un narcisista sempre labile, diventando lei stessa una molestatrice. “Non è mai questione di genere”, racconta l’attrice a Venezia analizzando il suo complesso personaggio.
Cate Blanchett: “Lydia Tàr è una donna che non conosce più se stessa”
“Mentre facevo questo film non avevo mai pensato al genere del personaggio né alla sua sessualità. Non c'è bisogno di essere una direttrice di una delle orchestre più grandi del mondo per sperimentare sentimenti come l'abuso di potere e il tradimento della fiducia”, ha dichiarato l’attrice a proposito dell’ultimo personaggio portato sul grande schermo, “Dalla prima sillaba che ho letto della sceneggiatura, che è molto ben scritta, sapevo che era un personaggio molto complesso. È un film su una trasformazione, il personaggio cambia. Ma una cosa che non cambia è che si tratta di una persona che non conosce più se stessa. Lei è un insieme di contraddizioni, di alti e bassi, di provocazioni. Ma non ho pensato a questo come ad una questione di genere, finché non sono iniziate le conferenze stampa”.
“Il maschilismo nel cinema? Ambiente cambiato rispetto ai miei esordi”
Un abuso di potere che non conosce genere secondo Cate Blanchett, convinta che i passi avanti prodotti negli ultimi anni abbiano modificato l’ambiente del cinema dall’interno scardinando, almeno in parte, il maschilismo imperante del passato: “Sicuramente anche l'ambiente del cinema è cambiato molto da quando sono entrata nel mondo del cinema. Ho lavorato molto in teatro e mi dicevano: ‘goditi il momento, perché avrai più o meno 5 anni di tempo'. Allora era così. La vita dell'attrice finiva presto. Però va detto che questo è cambiato anche grazie a grandi uomini registi. Non è un discorso di genere ma di esseri umani”.