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Carlo Conti regala a Gerry Scotti il Sanremo che merita, nel ricordo di Frizzi e quel festival mancato

Con Gerry Scotti all’Ariston, Conti mette a segno un colpo che ricorda quanto fece nel 2017 portando all’Ariston Maria De Filippi. Con loro nella serata di apertura anche Antonella Clerici, con un pensiero di Conti rivolto al ricordo di Fabrizio Frizzi: “Ci sarebbe stato anche lui”.
A cura di Andrea Parrella
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Per sapere come sarà il prossimo Sanremo dovremo attendere ancora poche settimane. Al 22 gennaio una cosa è certa: Carlo Conti ha dato forma a un Sanremo che trova la sua identità nella serata inaugurale, quella in cui lo affiancheranno gli amici Gerry Scotti e Antonella Clerici.

L'elemento dell'amicizia non è un dettaglio, non solo perché su quello si è fondato l'equivoco che ha depistato la percezione di molti, quei "due amici" che stava provando a convincere e che per molti sarebbero stati Panariello e Pieraccioni. Con questa chiamata a Clerici e Scotti, Conti dà vita a un trio i cui componenti sono accomunati dalla caratteristica della pacatezza, l'idea di avere fatto a meno di quella fetta di narcisismo che spesso deforma il mestiere della conduzione, ne cambia i connotati.

Lo stile Conti al Festival

D'altronde a questo raduno Carlo Conti ha lavorato in silenzio, senza i clamori e l'effetto eventizzazione di ogni scelta che aveva caratterizzato, con successo, la precedente gestione Amadeus. Sempre collegato da casa con il Tg1 (eccetto per l'annuncio dei cantanti in gara), niente smoking ma il più delle volte un semplice maglione, dettagli apparentemente irrilevanti, che danno la dimensione del suo temperamento, di quella propensione, sempre mostrata, a voler mettere al centro altro e non se stesso.

Scotti, esordio a Sanremo e in Rai

Se l'invito ad Antonella Clerici non è una novità, visto che la conduttrice è ormai una veterana all'Ariston, grande impatto fa l'arrivo di Gerry Scotti, al suo esordio a Sanremo e in Rai dopo la fedelissima militanza in Mediaset. Per lui è un regalo, un riconoscimento a un percorso che lo ha più volte portato vicino all'Ariston, specie negli ultimi anni, senza che la cosa si concretizzasse. L'effetto di Scotti a Sanremo (senza cachet, come lui stesso ha spiegato) desta una certa curiosità perché rappresenta un'anomalia assoluta nel panorama televisivo italiano, essendo forse l'unico conduttore di punta a non aver mai toccato la sponda Rai. Questo, logicamente, gli ha consentito di legarsi in modo viscerale al pubblico Mediaset, senza familiarizzare con quello del servizio pubblico (le platee, lo sappiamo, sono molto diverse e sempre più definite nella loro diversità). Di conseguenza, Scotti all'Ariston sarà per alcuni una sorta di esordio, per quanto paradossale possa essere in relazione a una carriera pluridecennale.

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Il ricordo di Fabrizio Frizzi

L'arrivo di Gerry Scotti e Antonella Clerici a Sanremo 2025 passa inoltre per una frase con cui Conti ha suggellato questo annuncio, ovvero il riferimento al grande amico Fabrizio Frizzi. In questa serata ci sarebbe stato anche lui, sottolinea il conduttore, tenendo vivo e acceso il ricordo di un personaggio indimenticabile per il pubblico.

Un altro colpo di Conti dopo Maria De Filippi a Sanremo nel 2017

Non va dimenticato, inoltre, che per Conti l'ingaggio di Scotti è il secondo grande colpo sanremese della sua carriera. Nel 2017 era riuscito a sorprendere tutti portando con sé all'Ariston Maria De Filippi, volto Mediaset per eccellenza, quest'anno si ripete strappando alla concorrenza un'altra icona, seppur per poche ore. Se il suo predecessore, Amadeus, aveva svoltato il suo percorso sanremese sbloccando le ritrosie di Fiorello a prendere parte al festival dopo essere stato invocato per anni, la specialità di Conti risiede certamente nella capacità di attirare a Sanremo grandi volti appartenenti all'altro grande universo televisivo generalista. Affare non da poco.

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"L'avvenire è dei curiosi di professione", recitava la frase di un vecchio film che provo a ricordare ogni giorno. Scrivo di intrattenimento e televisione dal 2012, coltivando la speranza di riuscire a raccontare ciò che vediamo attraverso uno schermo, di qualunque dimensione sia. Renzo Arbore è il mio profeta.
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