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Festival di Cannes 2024

Cannes 2023, Cate Blanchett: “Sono una produttrice autoritaria, sul set deve esserci inclusione”

Cate Blanchett, a Cannes con il film The New Boy, parla del suo lavoro da produttrice. La diva racconta di essere piuttosto autoritaria e di aspirare ad una maggiore inclusività sui set cinematografici.
A cura di Ilaria Costabile
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È arrivata al Festival di Cannes 2023 come protagonista del film "The New Boy" dove interpreta una suora, dopo aver vinto la Coppa Volpi con il suo "Tar" alla Mostra del Cinema di Venezia. Durante il talk Women in motion di Kering racconta quali sono i suoi prossimi progetti, non solo attrice, ma anche produttrice e sono ben quattro le nuove produzioni a cui prenderà parte. A Vanity Fair, la diva 54enne spiega come si trova in questa sua nuova veste.

Cate Blanchett e il lavoro da produttrice

Se nel suo ruolo da attrice è davvero brava, in quello da produttrice, Cate Blanchett ha accolto anche una nuova sfida. Con la Dirty Film, la sua casa di produzione, ha potuto toccare con mano una nuova parte del suo lavoro, sebbene la sua carriera a Hollywood fosse più che avviata:

A me piacciono tutti i processi collaborativi: quando ti confronti con gli altri ti vengono idee diverse da una prospettiva nuova. E poi sono stata da sempre attratta a tutto quel mondo che si trova dietro le quinte, dalla nascita alla realizzazione di un progetto. Quindi mi è sembrata un’estensione naturale della carriera di attrice

Una nuova fonte di tensione, quindi, che però l'attrice australiana dice di riuscire a gestire: "Per ora la reggo bene e anche se dico che non voglio essere coinvolta anche davanti alla macchina da presa alla fine cedo e mi ritaglio un ruolo. La pressione comunque rimane la stessa, solo che come produttrice divento un po’ autoritaria". 

L'obiettivo di un set inclusivo

Dirigere una casa di produzione comporta anche la capacità di scegliere dei progetti che possano avere una chance, e Blanchett dichiara di non negarsi alcuna opportunità: "Non si sa mai dove può portare", ma se c'è una cosa che davvero non sopporta è "la pigrizia con cui ci si omogenea, offrendo una sola prospettiva, che sia di genere, etnica o generazionale". Il suo obiettivo, infatti, è quello di rendere le produzioni sempre più inclusive:

Mi assicuro che allo stesso provino ci sia sempre una donna e una persona di colore. E lo farò finché questo non sarà più un problema e vedremo una reale rappresentazione. Io spesso arrivo sul set e sono l’unica donna, circondata da 62 uomini, una sproporzione incredibile per cui mi devo sempre vedere costretta a ridere alle stesse battute. Io ho senso dell’umorismo, ma è tempo di cambiare le cose

A questo proposito, ritiene che anche una certa narrazione costruita ad hoc, non abbia favorito una certa collaborazione nei vari set: "I media, per esempio, hanno sempre avallato l’idea che le donne per natura siano in competizione e non sappiano lavorare insieme. Non è vero". 

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