Brendan Fraser vince l’Oscar con The Whale: “Solo le balene arrivano così in profondità”
Il film The Whale segna il ritorno in grande stile al cinema per Branden Fraser che, dopo la standing ovation di 14 minuti ottenuta all'ultimo Festival del Cinema di Venezia, guadagna l'Oscar come miglior attore. "Allora è così che funziona il Multiverso", ha detto commosso dal palco del Dolby Theater, facendo riferimento al film Everything everywhere all at Once, vincitore nella categoria Miglior Film. The Whale, del regista Darren Aronofsky, segna l'apice del percorso verso il ritorno al grande schermo di Fraser dopo anni difficili segnati da una profonda depressione, dal racconto delle molestie subite e dall'impatto avuto sul suo fisico dalla dieta drastica seguita per il film George re della giungla che lo aveva portato a perdere la memoria.
Il discorso di Brendan Fraser agli Oscar 2023
"Grazie per questo onore e allo studio A24 che ha creduto in questo film coraggioso, al regista Darren Aronofsky grazie di avermi dato la possibilità di salvarmi con questo film, e allo sceneggiatore Samuel D. Hunter. Avete un cuore da balena, è possibile vedere nelle vostre anime. È stato bello essere stato qui per voi. Solo le balene possono andare in profondità come il talento di Hong Chau", ha detto commosso Fraser dal palco, "Ho iniziato trent’anni fa e le cose non sono sempre state facili, all'inizio non riuscivo ad apprezzare il mio lavoro, poi le opportunità sono venute meno ma ora mi ritrovo qui. Ritornare in superficie non è facile, ma ce l'ho fatta".
Dalla dieta al ruolo di Charlie, professore gravemente obeso
Nel film The Whale, Fraser è Charlie, un professore di inglese, imprigionato nel suo piccolissimo appartamento da un corpo di oltre 300 chili. Proprio la forma fisica è stata all'origine della profonda depressione che ha contribuito ad allontanare Fraser dal cinema. L'esordio sul grande schermo nel ruolo di Rick O’Donnell, protagonista del film del 1997 George re della giungla, aveva spinto Fraser a sottoporsi a una dieta profondamente squilibrata che gli aveva permesso di (s)vestire i panni del moderno Tarzan, con un corpo scolpito dai muscoli e senza un filo di grasso. Altissimo il prezzo pagato dall'attore: lo squilibrio nutrizionale lo aveva portato a frequenti perdite di memoria. Il film La Mummia aveva aggravato una situazione già complessa arrecandogli problemi fisici alle ginocchia, alla schiena e alle corde vocali, a causa dei quali era stato costretto a sottoporsi a 7 interventi chirurgici e ad assumere una quantità di medicinali che lo avevano portato a ingrassare. Da quel momento, è iniziato un lungo periodo di depressione. Una storia personale che ricalca quella raccontata da Aronofsky in The Whale e che ha probabilmente contribuito a rendere tanto intensa l'interpretazione di Fraser.