Alla Prima della Scala gridano “Viva l’Italia antifascista”, Matteo Salvini: “Hanno dei problemi”
Al via al Teatro alla Scala di Milano la Prima della stagione dell’Opera 2023/2024 che si apre con la tradizionale cerimonia alla presenza di personaggi illustri a partire dal regista Pedro Almodòvar. Ad assistere dal Palco Reale anche la senatrice a vita Liliana Segre, che è stata accolta dal pubblico in sala con uno strascico di applausi prima di sedersi accanto al presidente del Senato Ignazio La Russa e al sindaco di Milano Giuseppe Sala.
La Prima dell'Opera si apre tra le polemiche
Si è alzato il sipario alle 18 sul Don Carlo diretto dal maestro Riccardo Chailly, ma non prima di una serie di polemiche, a partire da quella sull’assegnazione dei posti fino a quella sull’antifascismo che ha attirato l’attenzione di Matteo Salvini, presente a Teatro insieme alla compagna Francesca Verdini. Al termine dell’Inno di Mameli infatti, che come di consueto ha preceduto l’inizio dell’opera, in sala si è levato il grido “Viva l’Italia Antifascista’. "Se uno viene alla Scala ad urlare o agli ambrogino a fischiare ha un problema”, ha commentato il vicepremier. “Alla Scala si viene per ascoltare, non per urlare”, aggiungendo di aver trovato l'opera "bellissima".
Un pensiero contro il femminicidio di Giulia Cecchettin e le altre
Un pensiero in particolare prima del via della stagione, che ha visto la messa in scena del Don Carlo di Giuseppe Verdi, è stato dedicato a Giulia Cecchettin, a Giulia Tramontano e a tutte le altre vittime di femminicidio. Un messaggio veicolato dall’abbigliamento di colore rosso, da tradizione bandito a teatro, che hanno adottato diversi ospiti della serata. Contro i femminicidio ha manifestato la drammaturga Sabina Negri con indosso scarpe rosse, così come il corista iraniano del Teatro Ramtin Ghazavi, che ha indossato una maglietta con la scritta ‘Donna, vita, libertà’, in sostegno della lotta per i diritti civili delle donne nel suo Paese.