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Festival di Sanremo 2022

Aka7even: “Non sono più insicuro e a Sanremo canto l’amore per se stessi”

Aka7even esordisce al Festival di Sanremo 202 con “Perfetta così”, canzone sull’amore per se stessi.
A cura di Francesco Raiola
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Aka7even (ph Antonio De Masi)
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Aka7even arriva per la prima volta sul palco del Festival di Sanremo e lo fa dopo un anno vissutyo da protagonista, con la finale di Amici, il successo di brani come "Mi manchi" e "Loca" e soprattutto la vittoria come Best Italian Act agli Mtv Ema. Aka porta a Sanremo "Perfetta così" canzone che sembra una conversazione con una donna ma in realtà è un dialogo con sé, per un brano che parla d'amor proprio.

Pensavamo che Perfetta così fosse una canzone d'amore, invece è una canzone che parla di te…

È come se parlassi a me stesso, ma piuttosto che parlare a me stesso ho scelto di creare questa conversazione con questa donna. Parlo a me e a tutti coloro che riescono a ritrovarsi in una canzone che parla dell'accettarsi, è un amore, certo, ma è un amor proprio, un ritrovarsi, amarsi così come si è. È un invito che voglio lanciare.

Parli spesso di questa tua accettazione e dell'insicurezza che hai vissuto in passato: l'esperienza di questi mesi ti ha aiutato e ti aiuterà sul palco di Sanremo, no?

Ormai l'insicurezza l'ho tolta, fa parte del mio passato, perché ci ho lavorato, ho accumulato esperienza, pian piano le cose cambiano. Il palco di Sanremo, però, voglio comunque godermelo nello stesso modo in cui mi sono goduto la parte finale di Amici, in maniera spensierata, pensando solo a divertirmi, intrattenere e divertire il pubblico. L'intenzione è quella, è la prima volta che sono a Sanremo quindi deve essere un'esperienza che in futuro devo ricordarmi nel modo migliore possibile.

E proprio Amici è stata una palestra importante per arrivare preparato al Festival…

Sì, un'ottima palestra, perché mi confrontavo con altri ragazzi, coi professori che ci davano consigli e ci spronavano a migliorarci, essendo una scuola era l'occasione giusta per imparare, mi ha accompagnato tantissimo per quanto riguarda il lavoro e il lato più personale..

Quando avete deciso, col tuo gruppo di lavoro, di tentare la strada di Sanremo?

Lo abbiamo deciso nel momento in cui abbiamo scoperto di avere il pezzo giusto, è venuto tutto in modo abbastanza istintivo. "Perfetta così" è nata in maniera acustica, un giro di chitarra con il testo su, poi è stata sviluppata pian piano con tutto l'arrangiamento. E quando c'è stato l'ensemble di arrangiamento pronto abbiamo deciso di proporci a Sanremo.

Non avevate una serie di opzioni, quindi?

Sì, sì, ce n'erano, però comunque sentivo che quel pezzo era quello giusto, era un pezzo che a livello d'animo mi rispecchiava tantissimo, ha la giusta carica per andare sul palco di Sanremo.

Le altre com'erano?

"Perfetta così" era il pezzo che inglobava il resto, era una contaminazione delle altre proposte che erano una un uptempo ma meno rock, l'altra più ballad.

La scelta di andarci con Arisa come è nata?

Il suo è stato il primo nome che mi è venuto in mente, così glielo abbiamo proposto, ci tenevo tantissimo, pensavo che lei potesse dare la carica giusta al pezzo. "Cambiare" è una canzone per cui ci vuole una bella voce e in più ci vuole una sorta di sensibilità tale per interpretare in maniera personale e istintiva. E visto che è un pezzo che richiede sensibilità, Arisa era perfetta perché è una persona purissima, di una sensibilità impressionante e le nostre due voci, poi, si incastrano bene.

È anche una bella sfida vocale…

Sì, è un pezzo tosto, ma è anche una canzone con cui sono cresciuto, che ho sempre cantato, fin da quando ero piccolo, quindi la conosco bene sia a livello tecnico che testuale. Non dico che ci vado tranquillo perché è sempre Baroni, ma so cosa porterò sul palco.

Mi racconti come nasce la scelta, controcorrente, di un management (quello di Woodworm) indipendente?

Quando ero nella casetta mi è stato proposto questo management storico per la musica italiana, prettamente indie. Nella mia testa l'idea di me, artista pop, in una scuderia indie, era figa, mi piaceva l'idea di essere l'unico artista di quel genere lì nel loro roster. Poi ho un modo di pensare molto indipendente, vengo da quel mondo, mi piaceva l'idea di crescere insieme e creare qualcosa di particolare.

Amici, Mtv Ema, Sanremo, Loca, Mi manchi, cosa diresti a chi da piccolo ti evitava e adesso ti vede protagonista della scena italiana?

Lo ringrazio, perché tutto ciò che mi è successo nella vita, di negativo o positivo, mi ha portato a essere ciò che sono oggi. Non sono una persona rancorosa o vendicativa, ma ringrazio, perché tutte queste cose sono parte della mia vita; ecco, lo inviterei a prendere un caffè.

Sei anche uno che porta la propria esperienza come esempio…

Io sono cresciuto con gli esempi e so quanto sia importante averne attorno, che ti diano un'idea giusta e ti permettano di costruire una strada quanto più pulita possibile. Ho avuto la mia famiglia, i miei fratelli che mi hanno trasmesso i valori giusti, sono cresciuto con esempi e valori e se con quel piccolo vissuto che ho – ho sempre vent'anni – posso lanciare messaggi giusti cerco di farlo.

Ritrovi Sangiovanni, vi siete sentiti?

Sì, dopo l'annuncio della lista dei Big, eravamo contenti, ci siamo dati l'in bocca al lupo, per me è importante fare Sanremo con lui: abbiamo cominciato il percorso insieme e ci ritroviamo a condividere un altro pezzo di percorso importante insieme quindi è un piacere e un onore farlo con lui.

Qual è l'artista che avevi voglia di incontrare e hai incontrato a Sanremo?

Michele Bravi, sono un suo fan, l'ho sempre ascoltato, cantavo "Il diario degli errori", lo apprezzo tanto, poi è una persona pura, apprezzo molto il sound che porta e ciò che scrive.

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