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Roberto Da Crema: “Rovinato dal vizio del gioco, mia figlia mi salvò facendo una cosa semplice”

Roberto Da Crema si racconta a Domenica In, ripercorrendo con Mara Venier la sua carriera, dagli inizi ai guai con il gioco d’azzardo, fino ai problemi di salute: “Dai dolori si impara, se si crede sempre in una rivincita, qualcosa arriva”.
A cura di Andrea Parrella
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Roberto Da Crema è stato un simbolo della storia della televisione. Il televenditore per eccellenza ha vissuto momenti di grande popolarità, ma anche repentine cadute e risalite. Ospite di Domenica In nel giorno di Pasqua, Da Crema ha ripercorso la sua carriera dagli inizi, attraversando i guai e le sventure, dai problemi di salute a quelli col gioco. "Ho iniziato da bambino, con mio pare, che lasciò la campagna per girare vendendo detersivo".

Nato a Milano, ma cresciuto in periferia, Roberto Da Crema racconta la prima furbata da venditore, fatta proprio con il padre: "Un giorno la pioggia allagò la cantina dove si trovava tutto il detersivo, che si rovinò. Nonostante questo, a mio padre fu dato credito con del nuovo detersivo puro, però io pensai di Mischiare il detersivo annacquato con quello nuovo e inventammo il 3 per 2. "Magari funziona", disse lui. Abbiamo venduto tutto e da lì che capii di avere il pallino del commercio."

Le prime televendite e la scoperta di un talento

Da lì le cose furono in discesa, dalle vendite di aspirapolvere porta a porta alle televendite, che lo hanno reso celebre: "Un amico di mia moglie mi notò proponendomi di iniziare a vendere i prodotti in Tv trasmettendo da una cantina. C'era solo una telecamera e la signora delle pulizie. Mi dice: "Questa è la camera, questa è la luce, quando si accende questa luce rossa tu inizia a parlare e vediamo che succede". Dovevo vendere una vasca e chiesi alla signora, che si chiamava Maria, di andare dietro la camera, per parlare con qualcuno come fossi al supermercato. Ma lì ne vendevo due o tre al mese, mentre mandando in onda questa registrazione ne avevamo venuti 22″.

Proverbiale il suo stile di vendita, con quel suo prendere fiato alternato al gridare che dava a molti l'impressione avesse problemi respiratori. Ma Roberto Da Crema spiega: "Se tu adesso mi chiedi di vendere qualcosa, anziché parlare inizio a fare quella cosa. La Tv costava e quindi ero abituato all'idea di dover dire il maggior numero di parole nel minor tempo possibile. La ragione vera era l'ansia". 

I problemi con il gioco d'azzardo

Non sono state solo fortune. Oltre ai problemi con la legge, come l'arresto nel 2003 per bancarotta fraudolenta, a Domenica In Roberto Da Crema parla in particolare del problema con il gioco, che lo ha mandato sul lastrico: "Oggi se mi dicono di giocare una schedina non lo faccio, non perché sia diventato bravo, ma perché l'ho superata dopo le parole di mia figlia". È stata lei a salvarlo: "Una sera mi mette in un angolo e mi dice: ‘Papà, non preoccuparti, tu fai tante cose, hai sbagliato e vedrai che ce la fai se non giochi più. Ricominciamo da capo'. Quella cosa mi ha salvato. Mi ha fatto firmare la diffida in tutti i casinò d'Italia e all'estero. Dopo tre giorni è tornata e mi ha detto: ‘Ora ricominciamo'. Grazie a lei non sono andato più a giocare".

E poi ci sono stati i problemi di salute, con l'infarto arrivato all'improvviso: "La metto sul ridere: ho il record degli stent italiani, perché ne ho dieci". Oggi conduce una vita lenta, ma non ha perso il piglio di una volta: "Lavoro, vado in ufficio al mattino, faccio le telepromozioni per l'azienda dei miei figli e vado a pesca […] Dai dolori si impara, se si crede sempre in una rivincita, qualcosa arriva. Ma se non ci credi non arriva nulla". 

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