Luca Varone: “In Mare Fuori 5, necessari i cambi nel cast. Volevo il ruolo di Simone per fare il cattivo”

"Una manna dal cielo, l'occasione della vita". È così che Luca Varone definisce la sua esperienza in Mare Fuori, la serie fenomeno targata Rai nella quale presta il volto ad Angelo. Il giovane attore, 21 anni, nato a Napoli ma trasferitosi a Roma quando era solo un bambino, racconta a Fanpage di essersi proposto per il ruolo di Cucciolo, ma non ha superato il provino finale. In questa stagione, gli sarebbe piaciuto interpretare Simone perché lo "intrigano i cattivi". E sull'addio di alcuni ex protagonisti: "Dispiaciuto nel vedere che i fan ci siano rimasti male. Non si potevano tirare avanti delle storie che si erano esaurite".
Raccontaci il tuo provino, ti eri già proposto per le stagioni precedenti?
La mia esperienza con i provini di Mare Fuori è iniziata alla terza stagione. Mi ero proposto per il ruolo di Cucciolo ma, arrivati in finale, Francesco Panarella ha avuto la meglio. Ivan Silvestrini, che allora era regista, mi ha promesso un provino per un nuovo personaggio e quando mi hanno detto che ero stato preso per Angelo, non potevo crederci. Quel giorno ero in tensione perché la sera avrebbe giocato il Napoli. Era il 4 maggio del 2023.

Il giorno del terzo scudetto…
Sì, penso sia stato il giorno più bello della mia vita. Ricordo ancora il mix di emozioni. Sono andato a dormire tardi dopo la festa ai Quartieri Spagnoli, ero tutto dipinto d'azzurro, è stata una giornata assurda.
Com’è stato subentrare in un progetto già avviato e in un gruppo già formato? Hai mai avuto timore di non riuscire a reggere il confronto con i personaggi storici della serie?
Avevo molta ansia di entrare a far parte di un cast perfetto, autore di numeri incredibili. Credo sia stata una delle serie italiane più viste di sempre e, per me, riuscire a farne parte è stata una manna dal cielo, un trampolino assurdo, l'occasione.
Se avessi potuto scegliere, ci sarebbe stato un personaggio in particolare che ti sarebbe piaciuto interpretare?
Mi piace molto la storia di Cardiotrap, Domenico Cuomo l'ha reso unico e si è fatto amare da tutti. Lui è una delle persone più buone e acculturate che conosca. In questa stagione, però, mi sarebbe piaciuto molto interpretare Simone, il personaggio di Alfonso Capuozzo, perché mi intriga molto fare il cattivo.

Il tuo personaggio non è il più buono di tutti, però…
Angelo è più un malessere, che un vero cattivo (ride, ndr). Ha una bella storia, credo sia diversa da tutte quelle viste fino ad ora in Mare Fuori. Quella con Silvia (il personaggio interpretato da Clotilde Esposito, ndr), non è la classica storia d'amore criminale che il pubblico si era abituato a vedere, come quella tra Rosa e Carmine.
Hai mai percepito un atteggiamento di superiorità verso voi nuovi arrivati da qualcuno dei colleghi?
Inevitabilmente, su trenta persone nel cast qualcuno c'è, ma non ti faccio i nomi. Nessuno ci ha mai messo i bastoni tra le ruote ma, come in tutti i contesti, la perfezione non esiste ed è capitato che ci fosse qualche diatriba.
Hai mai avuto la sensazione che, nel caso dei tuoi colleghi, a volte il personaggio tendesse a prevalere sulla persona?
Diversi personaggi hanno molto del carattere dell'attore. È il caso di Beppe, interpretato da Vincenzo Ferrera, lui è così come si vede nella serie. Siamo stati da subito un gruppo molto unito, soprattutto noi ragazzi. Questa cosa, quindi, personalmente non mi è capitata.
Nell’episodio 5, Angelo dice alla sorella, durante un colloquio: “L’ho ripetuta tante di quelle volte questa storia, che è diventata vera pure per me”. Prendendo spunto da questa citazione, anche tu senti che la sua storia ti abbia influenzato personalmente?
Sì, io e il mio personaggio abbiamo molte cose in comune, come l'empatia e il fatto di mettersi a totale disposizione delle persone che amiamo, specialmente a livello familiare. Io morirei per mio fratello e per i miei genitori. Mi ci rivedo molto anche nei modi di fare, specialmente con le ragazze. Ho messo molto di mio in Angelo, specialmente nelle scene in cui dovevo fare un po' lo scemo con Silvia, il marpione.
E un aspetto, invece, per cui te ne senti completamente differente?
Il rimanere inerme alla situazione. Con Silvia, Angelo subisce molto, tante sfuriate, io ho molta meno pazienza rispetto a lui e avrei reagito in modo diverso.
Uno dei temi ricorrenti è il legame complesso tra i detenuti e le loro famiglie. Angelo era entrato alla facoltà di ingegneria e per la sorella decide di sacrificare tutto, a cosa ti sei ispirato per raccontare questa storia?
Ho dovuto fare uno studio di questo sentimento, perché ho un fratello, ma è più piccolo di me. Da parte mia c'è protezione verso di lui, da parte sua gioco. Nella serie, invece, il rapporto tra Angelo e la sorella è totalmente diverso, anche perché lei è più grande. Tra l'altro, Andrea (Perreca, Irene nella serie ndr) è stata bravissima, la scena in cui si sfoga dopo il suo incidente è stata improvvisata, non l'avevamo provata. È stata molto forte.

Ti è mai capitato di pensare che la serie possa offrire una visione troppo idealizzata del contesto di un carcere minorile?
Credo che i rapporti che si creano tra i detenuti e gli educatori sia una delle cose che più serve mostrare. Se rinchiudi un giovane che ha compiuto azioni sbagliate senza spiegargli le conseguenze di ciò che ha fatto, senza metterlo davanti alla realtà carceraria, spesso dura e violenta, non capirà mai cosa rischia davvero. Questa stagione si avvicina molto alla realtà di un carcere, il regista Ludovico Di Martino ha voluto fare un lavoro proprio su questo.
Cioè?
Ha incontrato i detenuti di Nisida e una delle prime cose che gli hanno spiegato è lo sforzo fisico costante cui sono sottoposti i ragazzi. Stando fermi tutto il giorno, il loro corpo ne risente. Lui ci ha chiesto di tradurre in video questo disagio e io l'ho fatto spesso, nelle scene in cui mi tocco il collo con la mano.

La serie ha un enorme impatto anche sui social. Che effetto fa sapere che ogni cosa che metterai in scena verrà così tanto commentata?
Devi mettere in conto che tutto quello che fai, verrà visto da milioni di persone e questo mette ansia. Io, poi, sono uno che va spesso a leggere i commenti e mi è dispiaciuto vedere che i fan ci siano rimasti male dei cambi nel cast. Non si potevano tirare avanti delle storie che si erano esaurite, sarebbero diventare irrealistiche.
Sei fidanzato?
Sì, da nove mesi. Non è una delle ragazze del cast, ma è un'attrice come loro. Si chiama Cartisia, ci siamo conosciuti su Instagram e ci siamo visti a Roma. Abbiamo le stesse passioni, ambizioni e anche la stessa voglia di migliorare. Ci siamo trovati fin da subito.
Salutiamo Luca e parliamo con Angelo. Cosa direbbe, arrivato a questo punto della storia?
Non giudicare mai qualcuno, prima di conoscerlo, perché non puoi mai sapere cosa una persona stia vivendo, cosa stia provando.