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Alessandro Siani: “Il metro di paragone per i comici di oggi è lo sdegno, ti fa capire la direzione del pubblico”

Alessandro Siani, nuovo conduttore insieme ad Angelo Pintus di Lol 5: Chi ride è fuori, ha parlato dello stato della comicità in Italia e di come non tolleri il pregiudizio nei confronti dei comici.
A cura di Ilaria Costabile
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Alessandro Siani sarà, insieme ad Angelo Pintus, il conduttore di Lol:Chi ride è fuori, arrivato ormai alla sua quinta edizione. La comicità ha un confine labile da dover rispettare, che col tempo si è modificato e si è adattato alla società. Di questa nuova sfida televisiva, il comico e regista napoletano parla in un'intervista al Corriere, raccontando anche i suoi inizi e ciò che un comico non deve assolutamente cercare di non fare.

La comicità in televisione

Alla quinta edizione del format di Prime Video, in cui saranno protagonisti comici come Geppi Cucciari, Andrea Pisani, Enrico Brignano, Raul Cremona, Siani commenta il contenitore di comicità: "Lol è un contenitore comico che ha portato alla ribalta la comicità pura attraverso il paradosso di non ridere e vuole fare una cosa apparentemente semplice: intrattenere il pubblico attraverso la risata". Con la conduttrice e comica sarda ha condiviso anche la gavetta:

Abbiamo fatto la gavetta in un localino di cabaret dove non c’era il camerino, eravamo un gruppo nutrito di comici — ma nutrito non è la parola giusta perché facevamo la fame —, ci divertivamo a stare nelle condizioni peggiori ma con l’entusiasmo e la voglia di divertirci. Le risate di quelle sere ci portavano alle lacrime.

La comicità in televisione deve fare i conti, d'altra parte, con degli spazi ristretti, i programmi sembra non siano così tanti per lasciare spazio alla risata e Siani prova a spiegarne il motivo:

Il tempo comico oggi fa i conti con tempi televisivi che si sono ristretti e questo compromesso che è diventato un freno. C’è anche un altro aspetto. Un tempo il comico aveva un carattere specifico, era quello che diceva la parolina in più, diceva quello che gli altri non potevano dire, e oggi questo ruolo è stato un po’ sminuito.

Se, poi, si affronta il tema del politically correct, Siani parla in maniera schietta, dicendo che ormai il metro di paragone è quanto una battuta generi sdegno, se si arriva a quel punto, allora, significa che si sta navigando nella direzione del pubblico: "L’aspetto più interessante del politicamente corretto o scorretto è l’indignazione che genera nel pubblico o nel popolo social, è un sentimento che rappresenta la punta dell’iceberg della comicità: ci sono cose che passano e altre no e l’indignazione è il parametro che ti fa capire se vai o meno nella direzione del pubblico". A questo, poi, si aggiunge il contributo dei social:

I social alimentano un paradosso: online ogni persona dice la sua, tutti fanno gli opinionisti; dall’altro lato — in Italia, ma anche nel resto del mondo — assistiamo a un astensionismo sempre crescente, che da noi arriva al 50 per cent.

Alessandro Siani e il pregiudizio

In anni di carriera, ciò che su cui ormai non transige non tanto il fatto che le persone possano esprimere un giudizio su uno spettacolo o una performance, quanto l'approcciarsi con pregiudizio:

Il giudizio è una cosa meravigliosa: mi piace o non mi piace; funziona o non funziona; è legittimo. Quando però una persona dice: non mi fa ridere a prescindere, non vado a vederlo, ecco questo atteggiamento non lo condivido

Però, Siani è onesto nel dire che ci sono cose in cui un attore comico non deve cadere: "Un comico deve cercare assolutamente di evitare due cose: la delusione e l’indignazione di cui parlavo prima. In sostanza ogni giorno devi partire da zero, ma non è una questione di paura, è il livello del coraggio che deve restare alto". 

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