Valeria Golino: “L’erotismo femminile ancora un taboo al cinema e in tv, siamo diventati sudditi del sistema”

Valeria Golino è la regista di L’arte della gioia, la serie Sky Original liberamente tratta dall’omonimo romanzo di Goliarda Sapienza, che il 28 febbraio debutta su Sky e in streaming su Now. La serie racconta la storia di Modesta, interpretata da Tecla Insolia, un’orfana della Sicilia rurale di inizio 900 che scopre la sessualità e il desiderio di una vita migliore, che la porterà a lottare per la sua emancipazione. In un'intervista a FQ Magazine, Golino riflette su come l'erotismo femminile rimanga tutt'oggi un tema proibito.
Valeria Golino e l'erotismo femminile in L'arte della gioia
La serie è liberamente tratta dall'omonimo romanzo di Sapienza. La regista ha raccontato di essere rimasta colpita dal modo in cui, nell'opera, l'autrice trattasse il tema dell'erotismo: "La prima volta che ho letto il romanzo, mi ha turbato proprio la scabrosità non solo del personaggio di Modesta, ma in assoluto della storia, del modo in cui è raccontata rispetto alla sessualità, all’erotismo. Ci ho messo un bel po’ per elaborare questa cosa, per riuscire poi a metterla in scena".

Secondo Golino, non viviamo un periodo particolarmente "libero, né disobbediente": "Penso che siamo tutti abbastanza diventati sudditi, inconsapevoli del sistema. Penso che ci siamo ci sono stati momenti, nella storia, in cui i popoli sono stati più ribelli, più disobbedienti. Non sto dicendo che sia meglio o peggio. Penso che adesso siamo tutti abbastanza assuefatti".
Sul romanzo da cui la serie è tratta: "Può essere considerata un'opera scabrosa"
Golino spiega anche che l’erotismo femminile è meno praticato nei film e nelle serie: "Goliarda era spregiudicata e, considerando il periodo in cui ha concepito L’arte della gioia, poteva e può venire considerata ancora un’opera scabrosa". Un testo pieno di significato, che per questo ha richiesto anni prima di essere pubblicato:
Era importante portarlo sullo schermo, ma prima ancora per me è stato spaventoso. All’inizio volevamo farne un film, ma dopo mesi ci siamo resi conto che la disobbedienza letteraria e contenutistica di Sapienza aveva bisogno di un racconto che potesse scorrere in maniera fluviale, come fa il romanzo. Quindi con Sky abbiamo trovato il modo di inserire l’essenza e le contraddizioni che caratterizzano il libro.