La morte di Paolo Benvegnù sconvolge tutti, l’ultima apparizione in tv ieri a Via Dei Matti
Il 2024 si chiude malissimo. La notizia più brutta per le circostanze improvvise: la morte di Paolo Benvegnù. Una morte arrivata il giorno dopo la sua apparizione televisiva a Via dei Matti, il programma di Stefano Bollani e Valentina Cenni. Il cantautore ha eseguito, accompagnato al pianoforte da Bollani, "È solo un sogno", brano di Piccoli fragilissimi film. A fine puntata, ha poi eseguito una cover della canzone gospel "Oh Happy Day". In maniera inconsapevole, nel dolore e nello sgomento per il lutto – "Ma mica si muore così?" è l'adagio che recitano i fan – la serata di ieri ci ha regalato l'ultima memorabile apparizione televisiva del cantautore. C'è qualcosa di poetico e di doloroso.
"Il vero cantautore è un ricercatore di cose inutili"
Nel corso della sua partecipazione al programma, Paolo Benvegnù ha raccontato del suo rapporto con George Harrison, tema della puntata. "Il vero cantautore è uno studioso, un ricercatore", ha raccontato, "di cose non utili. Tutto deve essere teso all'utile di denaro, di potenza mentre noi brancoliamo nell'inutile. Ma chi è che dice che cosa sia veramente utile? Io trovo utilissimo vedere i bambini correre nei prati. Non portano denaro, ma portano gioia".
La sua ricerca costante di un significato nel vivere quotidiano
Paolo Benvegnù è stato un cantautore totale, prima come fondatore degli Scisma, dopo con una carriera solista che stava celebrando con la riedizione del primo disco, a vent'anni dall'uscita. È stato uno che come pochi ha saputo indagare le profondità dell'animo umano, trasformando il suo esistenzialismo in veri e propri capolavori in musica. Brani come "La schiena" – "Certo, l'ambizione è un lusso, Come la miseria, La privazione, La punizione, Ti guardi intorno e non sai chi cercare, Per questo ti insegno a costruireE a dare spazio alle tue idee più strane" – o come la stessa "È solo un sogno", eseguita poche settimane fa con Irene Grandi dal vivo – "Tutto resta uguale e i nostri occhi annoiati e semispenti Non si accorgono che il sole ci riscalda tutti" – o ancora "Se questo sono io" – "Se questo sono io, allora sono i primi colori che hai visto". La transitorietà dell'esistenza, l'amore declinato in una forma complessa, pura, la ricerca costante di un significato nel vivere quotidiano.