Lorenzo Cherubini ha chiuso il ciclo di Belve nel modo migliore possibile, catalizzando l'attenzione per quasi un'ora e togliendo vitalità alle interviste successive. Niente hanno potuto le dichiarazioni di Taylor Mega e Vittorio Feltri, oscurati da ciò che li aveva preceduti. "Come posso non celebrarti, vita?", cantava Jovanotti nel suo celebre brano Oh vita! e a Belve ne ha dato la conferma. È stato lui la belva più belva di tutte, con il coraggio della positività spinta oltre ogni provocazione e la ferocia del sentirsi sempre un disinnesco.
Se n'è accorta anche Francesca Fagnani, che lo aveva fortemente voluto e mai come ieri è stata contagiata dalla paresi in un sorriso dal minuto zero. Fa questo effetto Jovanotti, trascina tutti nella sua festa e da lì in poi è difficile comprometterne la riuscita. Non hanno attecchito ricordi dolorosi come la morte del fratello Umberto o la malattia di sua figlia Teresa, nemmeno gli inabili condotti lacrimali di sua madre, devastata dalla scomparsa improvvisa del giovane figlio, niente ha compromesso lo slancio vitale e i continui attestati di fiducia verso il concetto assoluto di utilità. Tutto serve, indistintamente, tant'è che a Teresa non avrebbe evitato nulla di ciò che finora ha vissuto, nemmeno le cose più atroci e segnanti.
L'incidente che gli ha compromesso la gamba e che ancora oggi gli fa sentire il suo corpo come uno strumento diverso, qualcosa che sta rimparando a conoscere, gli aveva fatto perdere i suoi colori ma non ha mai cristallizzato la sua immagine in bianco e nero. "Ormai è successo, non posso tornare indietro, si va avanti", suonerebbe retorico e invece no, è risultato addirittura commovente. Nel registro opposto, parimenti divertente nella ricostruzione del flirt con Valeria Marini, che ricorda essere stata magnifica a 20 anni, "non mi considerava proprio" ha sottolineato, per poi glissare sui dettagli più intimi della storia, ché "non si parla di queste cose in pubblico, sono un uomo elegante, dovrebbe evitare anche lei". Game, set, match. E sulla musica, nessuna critica ai colleghi, nessun attacco gratuito, addirittura la supposizione audace su quanto Sesso e Samba sarebbe potuta piacere a Mozart. Che glie voi dì?
L'assenza totale di smania di protagonismo nel racconto ha consentito un'apertura alare verso l'ascolto e questo senza che fosse confuso per un atto eroico o una forma distorta di superomismo. Di Jovanotti spesso si sottolinea la sua aura da santone, un'entità che si erge al di sopra degli altri per tentare di indicare una luce. Molto più semplice, è solo una questione di approccio, di porsi in una condizione di apertura perché la chiusura sembra più penalizzante della comodità che trasferisce.
Per questo Lorenzo Cherubini è stato la belva più belva di tutte, con i suoi quasi 60 anni alle spalle e la potenza di quel "Mi piace tutto!", un ruggito capace di intimidire chiunque. "Non ho radici, ma piedi per camminare", la sua bio è già tutta nei testi che lo hanno reso un riferimento, nella musica e nella vita.