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Spese pazze Liguria, chiesta condanna a 3 anni e 4 mesi per il viceministro Edoardo Rixi

Edoardo Rixi, viceministro delle Infrastrutture, è accusato di peculato nel processo sulle spese pazze in Liguria sostenute con i fondi dei gruppi regionali nel periodo compreso tra il 2010 e il 2012. Chieste le condanne anche per altri 21 tra ex e attuali consiglieri regionali. Per tre indagati è stata invece chiesta l’assoluzione.
A cura di Annalisa Cangemi
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Centinaia di migliaia di euro bruciati in cene, viaggi, gite al luna park, birre, gratta e vinci, ostriche, fiori e biscottini. I consiglieri regionali liguri non si sarebbero fatti mancare nulla, facendo passare tutti gli extra per spese istituzionali. Il procuratore aggiunto Francesco Pinto ha chiesto la condanna a tre anni e quattro mesi per Edoardo Rixi, viceministro delle Infrastrutture, nel processo sulle spese pazze in Liguria sostenute con i fondi dei gruppi regionali nel periodo compreso tra il 2010 e il 2012. Rixi è accusato di peculato. Chieste le condanne anche per altri 21 tra ex e attuali consiglieri regionali. Per tre indagati è stata invece chiesta l'assoluzione.

Secondo l'accusa i consiglieri regionali si sarebbero fatti rimborsare le spese personali con soldi pubblici. In alcuni casi, sempre per l'accusa, venivano consegnate ricevute che erano state dimenticate da ignari avventori. In altri venivano modificati gli importi a mano. Le pezze giustificative, molto spesso, si riferivano a periodi festivi: Natale, Capodanno, Pasqua e Pasquetta, 25 aprile e primo Maggio, periodi in cui difficilmente i consiglieri potevano essere impegnati in affari istituzionali. Le accuse sono tutte di peculato e falso. Quella che vede coinvolto Rixi non è l'unica inchiesta sulle cosiddette spese pazze: sono oltre 60 le persone indagate tra ex e attuali consiglieri regionali nelle varie inchieste della procura di Genova. L'ultima, in ordine cronologico, riguarda i consiglieri comunali di Genova ed è nata dopo un esposto di una funzionaria di palazzo Tursi: nelle scorse settimane la guardia di finanza ha sequestrato tutta la documentazione contabile per il periodo tra il 2012 e il 2017.

Nel processo sono coinvolti: Francesco Bruzzone (parlamentare della Lega e già presidente del Consiglio regionale) Matteo Rosso (eletto con Forza Italia, oggi Fratelli d’Italia); Michele Boffa, Nino Miceli e Renzo Guccinelli (Pd); Raffaella Della Bianca ( passata al Gruppo misto e poi tornata in Fi); Franco Rocca e Alessio Saso ( Ncd), Rosario Monteleone e Marco Limoncini (Udc), Aldo Siri (Lista Biasotti), Armando Ezio Capurro (ex Noi con Burlando, il secondo passato a Direzione Italia), Matteo Rossi (per quasi tutto il mandato in Sel), Alessandro Benzi (da Sel al Gruppo misto), Giacomo Conti ( Fds), Luigi Morgillo, Marco Melgrati e Roberta Gasco (Fi); Marylin Fusco per la militanza in Diritti e Libertà (accusa aggiuntiva a quella per il periodo trascorso nell’Idv). L’unico ad avere patteggiato (due anni di pena) è stato l’ex consigliere regionale della Lega Maurizio Torterolo.

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