Spending review: Monti rassicura, ma per i sindacati sono solo tagli
Alla vigilia un po' tutti sembravano d'accordo sul taglio agli sprechi della pubblica amministrazione, ma alla prova dei fatti il piano di tagli preparato da Monti sembra piacere a pochi. Dopo le trattative all'interno dello stesso Governo sui tagli ai Ministeri, le riunioni di oggi che l'Esecutivo ha avuto con enti locali e parti sociali hanno portato alla luce opposizioni per il momento insanabili. Se i rappresentanti di Comuni, Province e Regioni hanno portato a casa una generica promessa di coinvolgimento nelle decisioni finali che li riguardano più da vicino, i sindacati sono tornati indietro da Palazzo Chigi del tutto avviliti dalle modalità dell'intervento previsto dal Premier.
I sindacati pronti allo sciopero in caso di tagli lineari – L'appuntamento con le parti sociali, che già era slittato di qualche ora facendo temere modifiche dell'ultima ora, è finito infatti con proclami bellicosi da parte dei sindacati confederali. "Non credo si possa evitare lo sciopero generale se ci saranno solo tagli lineari" ha detto chiaramente Luigi Angeletti della Uil a cui ha fatto eco Bonanni della Cisl dichiarando "il governo non ci ha convinto". I sindacati che già avevano preannunciato alla vigilia le reticenze del Governo puntano il dito contro i tagli dei dipendenti pubblici fatti in modo lineare e senza procedere al contempo ad una seria sforbiciata dei costi della politica. Giudizio negativo dunque, ma per il momento sospeso in attesa del provvedimento finale in arrivo nel fine settimana. "Abbiamo trovato un governo reticente e criptico nel dire cosa intende mettere nel provvedimento" ha detto ad esempio la leder della Cgil Susanna Camusso, e anche la Confindustria che ne condivide l'impostazione globale ha chiesto di poter esprimere un giudizio compiuto solo dopo aver valutato nel dettaglio i provvedimenti.
Il Piano del Governo sulla spending review – Intanto il viceministro all'economia Grilli conferma il taglio del 20% dell'organico dei dirigenti della P.A. e del 10% dei dipendenti, oltre alla stretta del 20% sulle consulenze. Secondo quanto si apprende da Palazzo Chigi, l'intervento del governo per la spending review dovrebbe essere impostato su tre fasi successive, una già avviata con i tagli alla presidenza del Consiglio e al Tesoro, la seconda con il decreto legge di questa settimana, e la terza con un nuovo decreto per la riorganizzazione delle amministrazioni periferiche. Nelle intenzioni dell'Esecutivo la spending review oltre ai tagli per il pubblico impiego dovrebbe contemplare anche sforbiciate ai costi della sanità, un risparmio sugli acquisti di beni e servizi, una riduzione degli incarichi per le società pubbliche, il taglio delle auto blu e infine la riduzione del numero delle Province.