Spending review: addio ai farmaci “griffati”, Farmindustria in rivolta
Presto potremmo dire addio ai farmaci "griffati", o almeno alla loro prescrizione da parte del medico. Un nuovo emendamento al decreto sulla spending review in esame al Senato infatti ha introdotto per i dottori l'obbligo di prescrivere solo il principio attivo di un farmaco quando per il trattamento previsto sono disponibili sul mercato più medicinali equivalenti. Come recita l'emendamento approvato a Palazzo Madama in futuro "il medico che curi un paziente, per la prima volta, per una patologia cronica, ovvero per un nuovo episodio di patologia non cronica, per il cui trattamento sono disponibili più medicinali equivalenti è tenuto ad indicare nella ricetta la sola denominazione del principio attivo contenuto nel farmaco". Insomma possibilità di prescrivere farmaci con il nome commerciale solo per quei malati che già li usano per patologie preesistenti. Per evitare furberie inoltre nello stesso provvedimento sono previste deroghe solo attraverso una giustificata motivazione scritta da parte del medico.
Federfarma parla di attacco all'industria farmaceutica – Con l'addio ai farmaci cosiddetti di marca il Governo intende ovviamente risparmiare sui costi del servizio sanitario nazionale, uno dei capitoli su cui più di altri si è puntato per la revisione della spesa pubblica. La pensano esattamente all'opposto quelli di Farmindustria spiegando che "da tale misura non deriva alcun vantaggio di tipo economico nell'ambito della revisione delle spese dello Stato" in quanto il servizio sanitario già oggi "rimborsa solo il farmaco generico equivalente al più basso costo". Il presidente degli industriali farmaceutici, Massimo Scaccabarozzi, parla di "ratio incomprensibile" e annuncia "alla luce di tutto questo, saremo davvero costretti a chiudere le nostre imprese".
Verso la fiducia al Senato lunedì – Intanto dopo il si della commissione bilancio del senato il decreto sula spending review si appresta ad essere votato dall'Aula già lunedì con una fiducia lampo chiesta dal Governo. "In 5 giorni abbiamo fatto una sorta di finanziaria, che richiede tre mesi, un piccolo miracolo" ha affermato il sottosegretario Polillo, il testo infatti dovrà passare poi all'attenzione della Camera e nelle intenzioni dell'Esecutivo essere approvato prima della chiusura estiva del Parlamento.