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Sovraffollamento carceri, Antigone: “L’Italia rischia di pagare 100 milioni”

Domani scade l’anno concesso all’Italia dalla Corte europea dopo la condanna per il sovraffollamento delle carceri. L’associazione Antigone chiede che l’Europa continui a vigilare sulle carceri italiane.
A cura di A. P.
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Le condizioni di vita nelle carceri italiane continuano ad essere disumane con un tasso di sovraffollamento del 134%, per questo l'Italia rischia di dover pagare risarcimenti per diversi milioni di euro nei confronti dei detenuti. A ribadirlo l'associazione Antigone ad un anno dalla condanna da parte della Corte europea dei diritti umani e dall'ultimatum verso l'Italia per sanare la situazione. Domani infatti è attesa la decisione del Consiglio d'Europa sulle azioni messe in campo dallo Stato italiano per far fronte al problema del sovraffollamento delle carceri e in caso di nuova condanna lo stato italiano dovrà sborsare risarcimenti milionari. "Oggi scade l'anno che la Corte europea dei diritti umani ha dato all'Italia per risolvere il problema del sovraffollamento carcerario" ha sottolineato in una conferenza stampa il presidente di Antigone, Patrizio Gonnella, aggiungendo: "Nei prossimi giorni il Comitato dei ministri del Consiglio d'Europa valuterà quanto ha fatto il nostro Paese. Potrebbe anche accadere che la Corte chieda allo Stato italiano di mettere in moto un meccanismo di compensazione per tutti i ricorsi presentati dai detenuti nelle carceri italiane. In tal caso, posto che in media il risarcimento è di 15mila euro per detenuto, il costo per lo Stato potrebbe essere compreso fra 60 e 100 milioni".

In realtà qualcosa in questo anno è stato fatto visto che prima dell'inizio della procedura europea in Italia vi erano 159,3 detenuti per 100 posti e invece oggi ci sono 134,6 detenuti per 100 posti letto, ma è ancora poco. "Non è proprio un risultato entusiasmante se si tiene conto che la media Ue è di 97,8 detenuti per 100 posti letto" ha spiegato Gonnella, riconoscendo tuttavia che il numero di detenuti è diminuito lentamente dal 2010 a oggi. "Le condizioni di vita nelle nostre carceri rimangono veramente disumane" ha denunciato Simona Filippi, legale di Antigone, sottolineando: "Non è soltanto un problema di spazi, se sono superiori a tre metri quadri o no. In molte celle l'aria non circola e vi è ancora la doppia grata, che non fa nemmeno entrare la luce. Lo stesso vale per i luoghi dell'ora di passeggio, che sono molto ristretti e con muri alti". Per questo Antigone chiede che il Consiglio d'Europa continui a tenere sotto osservazione il sistema penitenziario italiano che ha un rischio sistemico di violazione di diritti umani per spazio vitale insufficiente in un tempo prolungato.

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