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Soglia degli appalti a 150mila euro, Conte difende la misura: “Dobbiamo spendere per crescere”

“Questa norma la conosco bene e ne rivendico l’utilità e l’efficacia. Tra i primi progetti dell’esecutivo c’è stato il quello sull’anticorruzione e il nostro percorso è molto chiaro: vogliamo rivoltare questo Paese come un calzino. Non c’è crescita economica. Noi dobbiamo puntare alla crescita economica e allora le chiedo come possiamo crescere se gli appalti sono fermi?”, ha dichiarato il premier Conte durante la conferenza stampa di fine anno.
A cura di Charlotte Matteini
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Da settimane sta facendo molto discutere la norma inserita in legge di bilancio che prevede l'aumento della soglia di affidamento diretto degli appalti per i Comuni da 40mila a 150mila euro. In mattinata, anche il presidente dell'Anac Raffaele Cantone è intervenuto sul tema criticando l'approccio legislativo del governo sottolineando che "questa norma non aiuterà i funzionari morosi, mentre consentirà a quelli disonesti di fare il buono e il cattivo tempo. Basti ricordare che tutto il sistema di Mafia Capitale si reggeva sugli affidamenti diretti". 

Nell'ambito della conferenza stampa di fine anno organizzata dalla presidenza del Consiglio, Fanpage.it ha chiesto direttamente al premier Conte una valutazione sulla norma in oggetto: "Solo qualche mese fa, la nostra inchiesta Bloody Money ha mostrato come il meccanismo degli affidi diretti sia alla base di malaffare e corruttele nei rapporti fra pubblica amministrazione, politica e criminalità organizzata, perché consente di dribblare controlli e cementa i rapporti diretti fra imprenditori, politici e funzionari corrotti. Ora, non solo in sede di legge di bilancio si aumenta fino a 150mila euro il limite per gli affidi diretti (tra l’altro sotto i 150mila euro non serve nemmeno certificazione antimafia) ma anche nel decreto Salvini si prevede la possibilità di procedere con affidi diretti e ristrutturazione nuovi CAS. Non vede una contraddizione fra queste scelte e la “lotta alla corruzione” di cui il governo parla spesso?".

Rispondendo alla domanda posta da Fanpage.it, il presidente del Consiglio Conte ha dichiarato: "Mi dispiace deluderla, ma questa norma la conosco bene e ne rivendico l'utilità e l'efficacia. Tra i primi progetti dell'esecutivo c'è stato il quello sull'anticorruzione e il nostro percorso è molto chiaro: vogliamo rivoltare questo Paese come un calzino. Non c'è crescita economica. Noi dobbiamo puntare alla crescita economica e allora le chiedo come possiamo crescere se gli appalti sono fermi? Noi spendiamo una manciata di miliardi delle risorse che abbiamo a disposizione e allora da qui viene la legge delega per la riforma del codice degli appalti. Non possiamo contrastare delle procedure più semplificate per paura della corruzione. Noi abbiamo operato diversamente: con il Ddl Anticorruzione abbiamo inasprito le pene e ora rendiamo le cose più semplice. La legge anticorruzione che abbiamo varato è invidiata da tutti nel mondo, abbiamo introdotto gli standard più elevati, che in altri Paesi europei non esistono. Adesso abbiamo tutte le carte in regola per affrontare la semplificazione e se ci sarà un sindaco che sbaglierà ora c'è il carcere. Prima per fare una gara era necessario chiamare un pool di esperti di diritto amministrativo ma non è così che si risolvono i problemi del Paese".

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