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Violentò madre davanti al figlio neonato. Condannato

Festeggiò il suo compleanno violentando una madre davanti al figlio di 8 mesi. Era il 1999, ma la denuncia è giunta solo nel 2011.
A cura di Redazione
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Deve aver pensato che quel reato ormai fosse alle spalle e invece, dopo 14 anni dal reato, Neville Williams è stato condannato a 10 anni di reclusione. Il 1 ottobre del 1999 l'uomo festeggiò il quarantaduesimo compleanno a Birmingham, Gran Bretagna, violentando una giovane madre di 19 anni nello stesso ambiente in cui era presente il figlio di otto mesi. Dopo la violenza il criminale minacciò la giovane: "se chiami la polizia ti stupro ancora". La donna decise di cambiare città per scappare dal ricordo, ma a novembre del 2011 – 12 anni dopo il crimine – ha deciso di denunciare l'uomo. La polizia si è messa subito alla ricerca di Neville Williams, riuscendolo ad individuare a giugno grazie ad un particolare comunicato dalla donna stessa: durante la violenza Williams aveva chiamato se stesso con il proprio soprannome, Crunch.

Williams ha negato da subito e ha proseguito sulla stessa linea durante tutto il processo. Il referto medico e le dichiarazioni di un amico dell'uomo hanno però convito la giuria di Birmingham, che ha sentenziato 10 anni di reclusione, l'iscrizione a vita di Williams nell'albo dei criminali sessuali ed un'ordinanza restrittiva. Emozionata e felice la donna, che dopo la lettura della sentenza ha dichiarato di aver dovuto controllare più volte di aver letto bene la notizia: "sapere che è via da qui e che altre ragazze sono al sicuro è la cosa più bella di sempre: Non riesco a trovare le parole giuste per esprimere come mi sento".

Il detective capo Dean Young si è congratulato con la donna per il suo coraggio, ma ha paventato la possibilità che non fosse l'unica vittima dell'uomo: "durante le indagini sulle violenze alla donna, alcune testimonianze hanno suggerito che un'altra donna fosse stata attaccata da Williams, ma non vi sono state precedenti segnalazioni alla polizia". Per questo, conclude l'agente, "mi rivolgo direttamente a chi è stato aggredito, ma non è riuscito a contattarci sul momento: i vostri segreti sono stati pesanti da custodire per tutto questo tempo. Ora è il momento di chiedere aiuto".

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